L’inchiesta sul Covid della procura di Bergamo ha provato ad aprire il vaso di Pandrora su quanto accaduto in Italia con la gestione dell’emergenza, a partire dalla prima ondata. E mentre di giorno in giorno emergono nuovi dettagli, nuove chat, nuovi misteri… anche il diattito si allarga. Come era facilmente immaginabile, ora tutto il Sistema fa squadra e si schiara a difesa del governo e degli “esperti” o presunti tali che hanno fatto sì che venissero attuate alcune decisioni ora sotto la lente degli investigatori. E così, dopo la sfuriata di Bassetti contro i magistrati, e i vari “l’avevo detto” di alcune delle principali virostar ora tutte prese a pararsi il didietro, arriva anche il commento di Enrico Mentana, che con il suo Open è riuscito ad acquisire anche il bollino di fact chcker ufficiale del Sistema per smascherare le “bufale” dei complottisti no vax. Sia detto per inciso: in realtà si sta ora scoprendo che molte fake news le dicevano loro per censurare e quelle che loro hanno bollato come fake news sono ora verità accertate. Ma cosa ha detto Mentana contro l’inchiesta di Bergamo? (Continua a leggere dopo la foto)
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Il direttore del tg di La7 è intervenuto venerdì 10 marzo nella trasmissione di Teletutto “Messi a fuoco” , condotta da Andrea Cittadini. Parlando dell’inchiesta sulla gestione dei primi mesi della pandemia da Covid, portata avanti negli ultimi tre anni dalla procura di Bergamo, Mentana ha detto: “Ci troviamo di fronte ad una situazione mostruosa e terribile che sicuramente poteva essere affrontata con maggiore tempismo e capacità decisionale. Ma noi vogliamo davvero punire questo, in assenza di leggi mirate, di norme del Codice penale mirate su questo?”. Insomma, eccoli pronti a pararsi le spalle l’uno con l’altro. Politici e giornalisti, virologi ed “esperti”. Il procurato capo di Bergamo ha notificato a diciassette persone la chiusura delle indagini. Come è noto, tra queste ci sono anche l’allora presidente del Consiglio Giuseppe Conte e il suo ministro della Sanità Roberto Speranza. (Continua a leggere dopo la foto)
“In quei terribili giorni – ha continuato Mentana il suo intervento -, abbiamo tentennato tutti. È questa la questione di fondo. Il mio carissimo amico Giorgio Gori, sindaco straordinario di Bergamo, come tutti noi, all’inizio diceva ‘cerchiamo di vivere’, di non farci rinchiudere dalla paura”. A Mentana replica però Maddalena Oliva, vicedirettore del Fatto quotidiano, intervenuta anche lei in diretta: “In quei primi giorni, verso la fine di febbraio 2020, chi gestiva l’emergenza sapeva molte cose, di cui noi veniamo a conoscenza solo oggi grazie a questa inchiesta, che dovevano indirizzare alcune scelte in altre direzioni. Scelte che non sono state prese. Quanto l’assenza di certe decisioni abbia influito nella diffusione del virus e nel numero dei morti, e quali siano, se ci sono, le responsabilità soggettive, dovrà dircelo questa inchiesta”. Punto e capo. (Continua a leggere dopo la foto)
Il potere si autotutela
Ora il tribunale di Bergamo dovrà decidere se l’impianto accusatorio della Procura regge e se ci sono tutti gli elementi per imbastire un processo che faccia chiarezza su quei primi giorni della pandemia. Noi ce lo auguriamo, pur sapendo che sarà difficilissimo arrivare a condanne importanti. Come al solito, il potere si autotutela e farà in modo che tutto passi in cavalleria. Alla faccia dei tantissimi morti e delle loro famiglie che ora chiedono giustizia. A loro cosa dice il fact checker Mentana? Aspettiamo gli sviluppi dell’inchiesta sul Covid e anche l’azione della commissione parlamentare produca importanti novità.
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