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FederLegnoArredo, appello al governo: “Così moriamo, ascoltate le nostre proposte”

Pubblicato il 05/05/2020 15:43

Come redazione de Il Paragone siamo felici di accogliere e rilanciare l’appello della FLA, Federlegnoarredo: “Trasformare la crisi in opportunità”. Nel documento si legge: Dall’epicentro di Wuhan, fino a toccare tutti i paesi del mondo, la pandemia da SAR-COV2 ha stravolto la vita delle persone. Al dramma sanitario e alle perdite di vite umane, che non possono che lasciare silenti, si è aggiunta una crisi economica senza pari in tempi di pace. Nessun paese è rimasto immune dal coronavirus: le più grandi economie mondiali, dalla Cina agli Stati Uniti alla Germania all’intera Unione europea, hanno dovuto adottare drastiche misure lockdown e di limitazione alla libertà dei cittadini, che hanno di fatto determinato la contrazione degli scambi commerciali, il crollo dei consumi interni avviando anche economie più solide verso una spirale recessiva.

Interi settori produttivi sono stati sostanzialmente cancellati dalla mattina alla sera: il turismo e la ristorazione, il trasporto aereo, i servizi alla persona per citare i più impattati. Il Fondo Monetario Internazionale (14 aprile) stima una contrazione per il PIL mondiale del 3,5% e del 7,5% per l’UE. Per l’Italia il quadro è ancora peggiore, con una contrazione attesa del 9,1%; l’Ufficio Parlamentare di Bilancio nella nota del 21 aprile 2020 ha indicato una contrazione del 15% nel primo semestre del 2020. L’Italia, peraltro, è arrivata all’appuntamento pandemico con una serie di zavorre strutturali. Il peso della burocrazia, la scarsa digitalizzazione della PA e delle imprese, la struttura sanitaria sottodimensionata per terapie intensive e presidi territoriali, insieme alle dimensioni ‘monstre’ del debito pubblico (il secondo più alto in UE dopo la Grecia) sono i fattori che più hanno condizionalo l’efficacia e la tempestività della i isposla sanitaria ed economica del Governo al dilagare della pandemia.

L’economia reale, in particolare le piccole e microimprese, hanno pagato immediatamente un prezzo altissimo non appena la diffusione dei contagi ha imposto l’adozione di misure restrittive alla mobilità delle persone. Il crollo dei fatturati ha innescato una crisi di liquidità immediata mettendo a rischio per prima l’occupazione, in secondo luogo l’osservanza degli adempimenti fiscali e contributivi. È a rischio la sopravvivenza di migliaia di imprese italiane. Si tratta di interventi che, seppur condivisibili nei fini, al momento si sono rivelati poco fluidi nell’applicazione: il susseguirsi delle misure insieme al persistere di vincoli burocrati e di procedure lente (aggravate dall’operatività ridotta degli operatori): hanno rallentato l’erogazione effettiva delle risorse e ancora oggi si lavora per rendere più veloce gli iter, spingendo l’acceleratore sul sistema bancario. A pagarne il prezzo più alto le piccole imprese italiane, che pure rappresentano un elemento di enorme adattabilità e flessibilità in questi momenti, ma che necessitano di una rete di supporto rapida nell’attuazione delle misure per evitare un indebolimento eccessivo del proprio capitale.

LE NOSTRE PROPOSTE

❑ L’internazionalizzazione delle imprese: l’export come driver di crescita Se è vero che le crisi ha fermato gli rallentatogli scambi commerciali, è vero anche nel mondo non si ferma la domanda di prodotti italiani nel mondo, soprattutto quelli Made in Italy di cui le imprese di FederlegnoArredo sono leader indiscusse. Vanno, però, supportati i canali di vendita per sostituirli a quelli più tradizionali, oggi compromessi dalla riduzione degli spostamenti fisici e agevolati gli scambi commerciali, rimuovendo le barriere al mercato, in particolare a quello intra-UE. Va, inoltre, sostenuto il sistema fieristico, particolarmente danneggiato dalla crisi COVID19, che include il comparto degli allestitori che registrerà quest’anno una contrazione pressoché totale dei fatturati.

Cosa fare?

• Sostenere la partecipazione delle PMI alle fiere internazionali, aumentando il plafond del credito di imposta fiere, che oggi ha una capienza di 10 milioni di euro per il 2020 e di 5 milioni per il 2021.

• Costituire un fondo per gli Organizzatori e i quartieri Fieristici Italiani, per aiutarli a fronteggiare l’ingente danno economico subito dato il rinvio delle manifestazioni.

• Incrementare il plafond dei cofinanziamenti a fondo perduto previsti dal Dl “Cura Italia” e semplificare le condizionalità per l’accesso ai finanziamenti agevolati del fondo rotativo 394/81, in particolare: – abbassamento degli indici di patrimonializzazione; – riduzione della quota del finanziamento soggetta a garanzia; – ampliamento delle voci di spesa ammissibili (acquisizione certificazioni internazionali di prodotto, partecipazione a fiere digitali, pagamento penali..)
• Definire un coraggioso Piano per il Rade in Italy (MAECl/ICE): – rafforzare le azioni per incrementare le presenze di buyers qualificati agli eventi fieristici riprogrammati; – supportare gli investimenti delle manifestazioni fieristiche in progetti di digitalizzazione dell’esposizione;

rilanciare la reputation dell’Italia e difendere i nostri brand all’estero, con una forte campagna di comunicazione istituzionale.
• Semplificare l’accesso ai mercati internazionali, istituendo programmi gratuiti o a costo ridotto per l’accompagnamento delle imprese nei percorsi di acquisizione delle certificazioni di prodotto. • Coprire le aziende dai rischi “penali” Covidlg, sostituendo un fondo speciale per la copertura delle penali applicate alle aziende esportatrici da parte dei buyer stranieri.
❑ Sostenere gli investimenti delle imprese per aumentare la produttività, puntando su innovazione e nuove tecnologie Il digitale ha dimostrato in questa crisi di essere essenziale per la vita di imprese e persone. Per le imprese, la “digital transformation” è innanzitutto una trasformazione culturale, che deve consentire loro di interagire con un mondo che è sempre più digitale e virtuale. Il ritardo delle PMI italiane nella digitalizzazione va colmato rapidamente, anche usando la leva pubblica per stimolare gli investimenti in soluzioni digitali che, con il venir meno dei canali di commercio tradizionali, possono garantire alle imprese di rimanere agganciate alla domanda estera soprattutto nei settori più vocati all’export. In questo senso, servono misure rivolte alle imprese che, sin dall’inizio della pandemia, hanno messo o vogliano mettere in campo investimenti innovativi per aumentare la propria produttività e migliorare la qualità dei prodotti, attraendo le migliori intelligenze e sfruttando la leva della creatività, cuore del made in Italy. Tra i benefici attesi, oltre a un recupero di competitività, vi è la maggiore capacità di assicurare la sicurezza dei lavoratori, attraverso soluzioni che privilegino l’attività in remoto, il distanziamento fisico e il monitoraggio delle performance aziendali.

Cosa fare?
• Raggiungere nuovi mercati, potenziando i canali di vendita on line, per la progettazione di soluzioni da remoto (in logica tailor made): La filiera sarà sempre più “digitalizzata”, non solo lato produzione ma anche e soprattutto lato distribuzione. Crescente rilievo avrà il processo di consulenza e vendita attraverso i partner di distribuzione, inclusi progettisti, designer, architetti, developere posatori finali/installatori. Per questo sono necessarie misure – come un voucher digitale PMI, dedicate a: sviluppo di piattaforme proprie di e-commerce o riduzione oneri per accesso a piattaforme di commercio elettronico già esistenti, ristrutturazione siti internet, implementazione software / sistemi CRM software per rendering, gestione digitale standardizzata di info tecniche/commerciali di prodotto etc..

• Potenziare il credito di imposta transizione 4.0, aumentando la soglia e le aliquote: in una fase di particolare contrazione dell’economia, i crediti di imposta consentono di essere elegibili anche imprese senza utili dichiarati, sebbene resti il vincolo della compensazione ai fini del godimento del credito. È opportuno, pertanto, aumentare la soglia spese agevolabili e aliquote, anche per consentire interventi in cybersecurity, automazione, remotizzazione che mettano al sicuro imprese e lavoratori.
• Potenziare il credito innovazione&design introdotto dalla Legge di Bilancio 2020, anche adottando rapidamente le circolari attuative che ne definiscano puntualmente modalità e ambiti di applicazione.

• Un patent box a misura di filiera: definire un protocollo con Agenzia delle Entrate e MISE per una più facile elencazione degli intangibili di filiera.

• Lavorare in sicurezza ai tempi del Covidlg:

■ Incentivare lo smart working: introdurre un bonus “lavorol 9” (sotto forma di voucher o di credito fiscale) per le imprese che realizzino progetti di trasformazione digitale in chiave smart working (rif. Legge 81/17). I progetti possono includere: l’acquisto o il miglioramento di piattaforme tecnologiche avanzate, di servizi di coaching e formazione anche da remoto per manager e lavoratori, l’acquisto di hardware e software per lavoratori in smart working, soluzioni di abbonamento per servizi di connessione internet per i lavoratori di rete fissa e mobile.
■ Al sicuro in azienda: incentivare l’acquisto di prodotti d’arredo d uso ufficio necessari per riprogettare gli spazi anche nell’ottica di garantire la sicurezza dei lavoratori i (nuove scrivanie con separatori, i, pdr eti amovibili per segar are le stanze, nuove illuminazioni per una maggiore sicurezza visiva, nuovi arredi bagno per aumentare e ld dotazione di servizi igienici, etc..).

■ Protocolli di sicurezza: oltre ai diversi pr olocolli già adottali, è necessario definire quanto prima un protocollo di sicurezza e prevenzione delle maestranze coinvolte nell’installazione di prodotti o servizi in I Lasci

dell’utenza privata. In questo senso, va tenuto conto della necessità di adottare norme di prevenzione per l’accesso a show room, locali

❑ Sostenere la domanda dei consumatori

La crisi economica si è tradotta immediatamente in un crollo della domanda vuoi per le restrizioni alla mobilità delle persone, vuoi per la chiusura degli esercizi commerciali, non da ultimo per gli impatti occupazionali non solo su lavoratori dipendenti ma soprattutto su autonomi e partite IVA. Con la ripresa delle attività e, auspicabilmente, con il progressivo riavvio delle attività lavorative, è necessario rilanciare i consumi. In questo senso, potrebbero essere particolarmente sostenuti i consumi legati all’abitazione, tenuto conto che le case saranno utilizzate sempre più per il lavoro, la vita e il tempo libero.

Cosa fare?

• Voucher #lavorodacasa: la casa diventa sempre più il luogo in cui si vivrà e si lavorerà. Chi per tanto tempo ha rinviato acquisti di mobili o soluzioni di arredo ora potrebbe ritenerli utili, piacevoli e necessari per rendere la casa un posto sempre più confortevole, arricchendo le case di soluzioni tipiche del Made in Italy. Per questo è necessario introdurre un “voucher” per un anno del valore di 10mila euro per nucleo famigliare (da modularsi sulla base dei livelli di reddito) destinato all’acquisto di arredo e all’illuminazione che includa le soluzioni luce, i mobili da ufficio e ogni tipologia di mobili, incluse le soluzioni a uso esterno. Alternativamente, andrebbe rivisto il bonus mobili, sganciandone l’utilizzo dalle ristrutturazioni domestiche (anche lasciando inalterato il tetto da 10mila euro e 50% di detrazione). Il bonus mobili, peraltro, prorogato con la legge di bilancio 2020, probabilmente resterà à largamente inutilizzato, proprio io per ché il suo uliliLLo è legalo alle dllività di ristrutturazione sospese per effetto delle misure di lockdown, cui si somma la conti azione degli investimenti iminubiliari.

• Riqualificare le strutture ricettive per attrarre nuovi turisti: la crisi del turismo potrebbe perdurare per molti mesi, minando la sussistenza di alberghi e strutture ricettive (agriturismi etc..), esercizi di ristorazione e di ogni altro locale commerciale del settore leisure, coinvolgendo anche la filiera dell’arredo e dell’illuminazione. Nell’attesa di una ripresa delle attività turistiche, si può cogliere l’occasione per migliorare le strutture ricettive, non da ultimi gli stabilimenti balneari, anche nell’ottica di renderle compatibili con le nuove esigenze di sicurezza sanitaria (realizzazione di nuovi spazi e sostituzione di precedenti arredi e apparecchi di illuminazione fissi e mobili). Si contribuirebbe a riconfigurare l’immagine dell’ospitalità italiana con uno sguardo attento al futuro e alla sostenibilità. Per questo, si propone di reintrodurre il credito di imposta per la riqualificazione delle strutture ricettive turistico-alberghiere estendendolo anche al settore balneare, previsto dal DL 83/2014. L’agevolazione consiste in un credito di imposta, per le spese relative a interventi di ristrutturazione edilizia, manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo o a interventi di eliminazione delle barriere architettoniche. La misura è stata prevista per gli anni 2014-2018 senza essere confermata per i periodi di imposta successivi.

❑ Sostenibile e inclusiva, l’economia dopo il COVID19 L’economia del futuro non potrà che essere green. La crisi sanitaria ha messo in evidenza l’importanza di una convivenza uomo – natura che non implichi un arretramento rispetto alle grandi conquiste di integrazione globale, ma con uno sguardo più che attento all’ambiente. È questo l’impegno che la comunità internazionale aveva assunto prima della pandemia, e che l’UE e l’Italia avevano fatto proprio. Nel campo dell’industria verde l’Italia ha punte di eccellenza: dall’edilizia ai materiali per le industrie manifatturiere, fino alle soluzioni stesse di arredo e illuminazione.
• Sviluppare l’edilizia in legno: introdurre premialità volumetriche per interventi di demolizione e ricostruzione e nuova edificazione che, attraverso l’utilizzo di materiali strutturali sostenibili, consentano stoccaggio di CO2 per almeno 14t calcolato secondo la UNI EN 16499. La valorizzazione della bioedilizia costituisce inoltre un elemento essenziale per il ‘Udirci() della filiera economica italiana legata alle foreste, con particolare riferimento allo sviluppo delle aree montane, cui andrebbe associata una politica di rilancio del legno italiano, oggi disponibile in grandi quantità ma largamente destinata all’estero per la lavorazione.

• Risparmiare acqua a partire dal consumo in casa: così come accade per l’ecobonus per l’efficienza energetica, si propone di introdurre una detrazione fiscale specifica per interventi di sostituzione di rubinetteria e apparecchi sanitari con altri che presentano elevati standard di efficienza idrica. In Italia una famiglia tipo di tre componenti in Italia spende oltre 400 euro all’anno per il servizio idrico integrato:175 euro in più di dieci anni fa. Il 30% di questo consumo è relativo all’uso di vasi sanitari, il restante è condizionato dalla rubinetteria utilizzata. I vasi sanitari e la rubinetteria esistenti in Italia spesso presentano bassi livelli di efficienza perché datati: solo il 51% dei vasi è stato posato dopo il 1990, il 17% risale addirittura a prima del 1970. I nuovi prodotti sono invece pensati per minimizzare l’impiego di acqua:

■ per rubinetti, miscelatori, soffioni doccia si passa da 9/12 litri al minuto a 6 litri al minuto o meno;

■ per wc e cassette di scarico, da 12/15 litri a consumi anche inferiori ai 3,5 litri al minuto.
• Bonus “casa sostenibile”: al fine di promuovere la transizione verso il modello di economia circolare e supportare la filiera italiana del legno-arredo, andrebbe introdotte specifiche agevolazioni per le aziende che acquistano semilavorati o materie prime derivanti da attività di riciclo di legno, vetro, plastiche e metalli ai fini della loro produzione corrente. A titolo di esempio, per il settore legno, si propone l’introduzione di un credito di imposta nella misura del 25% per cento delle spese sostenute fino ad un importo massimo annuale di Euro 20.000 per ciascun beneficiario, nel limite complessivo di 10 milioni di euro per l’anno 2020 a favore di tutte le imprese che acquistano semilavorati destinati alla realizzazione di prodotti finiti, quali mobili, realizzati per il 75% da legno di riciclo. I semilavorati acquistati, ai fini del riconoscimento del credito, devono essere accompagnati da certificazioni che attestino il contenuto di riciclato.

• Una casa a prova di efficienza energetica: gli sfidanti obiettivi di sostenibilità che il PNIEC e la Strategia energetica nazionale fissano in tema di efficienza energetica, con particolare al mondo edile, impongono una spinta a favore di consumi sempre più sostenibili. La grave crisi economica in corso, che ha travolto l’intera filiera delle costruzioni, inoltre, rende necessarie azioni di forte supporto per le PMI che operano nel comparto e che rischiano di scomparire dal mercato, se non riusciranno a garantire fatturati ancorché minimi.

In questo senso, crediamo sia necessario intervenire su più fronti: a) rivedendo e rafforzando l’ecobonus’, nell’ottica di aumentare le aliquote di detrazione per ricomprendere il 100% della spesa dei consumatori e adottare lo sconto in fattura, con necessari e ineludibili accorgimenti operativi volti a salvaguardare la liquidità (e quindi la sopravvivenza) delle imprese manifatturiere; b) introducendo un credito di imposta/voucher per la sostituzione di apparecchi di illuminazione (indoor e outdoor) con nuovi al LED (a basso consumo energetico).

❑ Altre misure:
Voucher per prenotazioni alberghiere annullate a causa del rinvio di fiere internazionali: occorre modificare l’art. 28 del DL 9/2020 prevedendo il rimborso dei titoli di viaggio acquistati per partecipare a eventi di rilevanza internazionale originariamente fissati per date successive al 3 aprile e il cui svolgimento era previsto entro i 60 giorni successivi dal termine ultimo di validità delle misure emergenziali adottate con i diversi DPCM.

❑ Le nostre priorità in Europa

Le Istituzioni europee sono chiamate in questo momento drammatico a mettere nelle migliori condizioni le imprese di ripartire, rafforzando quel level playing field europeo – il mercato unico – che rappresenta lo sbocco primario per le imprese. Per la filiera legno-arredo, infatti, i primi tre mercati di export sono Germania Francia e Gran Bretagna, seguiti da Svizzera e Belgio. Le proposte, che FederlegnoArredo porterà in sede comunitaria, puntano a semplificare strumenti esistenti, per avere regole chiare che aiutino le imprese a penetrare, con maggior efficacia, i mercati europei avvalendosi di regole comuni.

• Pioppicultura: all’interno della nuova PAC post 2020, occorre cambiare la definizione di durata ciclo di taglio del Bosco Ceduo a Rotazione Rapida in modo da poter usufruire dei pagamenti diretti previsti dalla Politica Agricola Comune.

• Finanziamento alla partecipazione alle fiere: inserimento nel programma COSME di una linea dedicata al sistema fieristico, in modo da supportare le PMI nella partecipazione alle fiere internazionali.

• Circular Economy Action Plan 2020: sostenere il modello italiano di raccolta e riciclo come Best Practice da applicare in tutta Europa, preparando e proponendo uno standard di qualità europeo per la materia prima secondaria legnosa.

• Direttiva Distacco dei Lavoratori: realizzare delle guidelines che siano uno strumento di armonizzazione della materia, contribuendo a una applicazione univoca in tutto il territorio degli Stati Membri.

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