Dai tamponi all’ordine pubblico, dal coprifuoco alle resse sui bus, dai medici in trincea a quelli che mancano: la Regione Lazio guidata dal segretario del Pd Nicola Zingaretti è allo sbando. E le decisioni pasticciate delle ultime ore offrono una risposta ormai tardiva a un dramma annunciato fin dalla primavera scorsa. Come racconta Repubblica, vista la grave carenza di personale, nel Lazio si è tornati a richiamare persino i medici in pensione. “Alla fine della scorsa settimana l’assessore alla Sanità del Lazio, Alessio D’Amato, ha annunciato l’intenzione di pubblicare un nuovo bando per assumere personale medico in pensione, i riservisti praticamente, e contact tracer. L’annuncio arriva quando l’accoglienza ospedaliera, soprattutto nei pronto soccorso, è già ai massimi livelli, con le sale d’attesa piene e i pazienti costretti ad attendere ore chiusi dentro le ambulanze”.
Anche l’opportunità di mettere al lavoro un numero maggiore di contact tracer, in una situazione che lo stesso consigliere del ministro Speranza, Walter Ricciardi, ha definito “fuori controllo”, rischia di essere inutile, mentre sarebbe stata determinante alla fine di agosto quanto la curva dei contagi iniziava ad aumentare. La verità è che a dispetto degli annunci di Zingaretti e dei suoi, la dotazione di personale medico nel Lazio è insufficiente.
“A Roma – denuncia Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici della capitale – mancano oltre 3mila camici bianchi. E le 811 assunzioni tra medici e infermieri sbandierate da D’Amato all’inizio dell’epidemia in realtà sono per la maggior parte stabilizzazioni di precari, quindi il numero reale del personale sanitario è rimasto pressoché invariato”. Così, di fronte alla seconda ondata della pandemia, “il Lazio si scopre in trincea, con una prima linea di medici ospedalieri che hanno un’età media tra i 58 e i 59 anni”.
“Un ritardo – scrive Daniele Autieri nel suo pezzo di denuncia – che non stupisce perché risponde allo stesso principio con cui il Campidoglio e la sindaca Virginia Raggi hanno annunciato ieri l’istituzione di cordoni di sicurezza nelle piazze più affollate della città, dopo che – ancora domenica scorsa – il mercato di Porta Portese è stato preso d’assalto dagli shopper compulsivi, e senza alcun intervento efficace che evitasse gli assembramenti”. E la prassi risponde più o meno alla stessa logica che ha mosso le scelte nel trasporto pubblico locale. Bravo Zingaretti. Poveri noi.
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