Siccome il supercommissario Domenico Arcuri è stato così bravo a gestire l’emergenza Covid, allora è giusto pensare anche di promuoverlo. E dato che ora Alessandro Profumo, dopo la condanna in primo grado a sei anni per le passate vicende Mps, vede il suo posto in bilico, si inizia a parlare di una possibile sostituzione al vertice di Leonardo proprio con Arcuri. Nel governo qualcuno si è già mosso per sondare anche altri candidati. Secondo indiscrezioni riportate da MilanoFinanza, al ministro degli Esteri Luigi Di Maio piacerebbe riportare a piazza Monte Grappa a Roma Lorenzo Mariani, ex responsabile commerciale del gruppo e ora a capo di Mbda Italia.
“Un altro ex di Leonardo, Giuseppe Giordo (ora in Fincantieri), sarebbe invece la scelta del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Circola anche un nome che avrebbe l’avallo del premier Giuseppe Conte: quello di Domenico Arcuri, supercommissario all’emergenza Covid. Dubbi sulla posizione di Profumo sarebbero stati esposti anche dal governo britannico, che lavora con Leonardo. Ma per ora le voci restano tali”, si legge nell’articolo.
I numeri della nuova emergenza, però, disegnano uno scenario ben diverso da quello evocato a maggio da Arcuri, quando nessuno nell’opinione pubblica lo aveva mai sentito nominare e veniva dipinto da Conte come un salvatore. Ora le cose sono cambiate, e ad Arcuri può essere associata solo la parola fallimento. Nei giorni in cui l’Italia si scopre impreparata di fronte alla seconda ondata di contagi, non tornano neppure i conti delle mascherine, una delle prime battaglie targate Arcuri.
Intanto si viene a sapere anche che nella sede romana di Invitalia è arrivata la Guardia di Finanza. Il motivo? Acquisire documenti sui super stipendi di Domenico Arcuri, attuale commissario straordinario per l’emergenza Covid. A darne notizia è Nello Trocchia con un approfondito articolo pubblicato su Domani. Arcuri, nonostante il delicato incarico che gli ha affidato Conte, è ancora anche amministratore delegato di Invitalia, società del Ministero dell’Economia. E ora si punta a Leonardo?
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