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Superbonus e crediti incagliati, decreto in arrivo: proroga per le villette, F24, cessione crediti. Cosa cambia

Pubblicato il 09/03/2023 23:21 - Aggiornato il 23/03/2023 12:03

Novità in arrivo sul Superbonus edilizio e sulla questione dei crediti incagliati, il cui valore sfiora i 20 miliardi di euro, mentre si avvicina la prima scadenza della misura per le villette e le abitazioni unifamiliari, fissata al 31 marzo, che presumibilmente sarà prorogata: il governo sta inoltre studiando misure, come leggiamo tra gli altri sul Corriere della sera, per una ripartenza della cessione dei crediti relativa allo stesso Superbonus e agli altri incentivi edilizi. Dalla pioggia di emendamenti, oltre 300 – tutti molto simili tra loro, – alla legge di conversione del Decreto cessioni (il Dl 11/2023), il cosiddetto “Blocca cessioni“, allo studio della commissione Finanze alla Camera, è lecito attendersi nei prossimi giorni importanti novità. L’idea sarebbe quella di consentire di inserire sulla piattaforma dell’Agenzia delle Entrate la richiesta di accesso al credito, senza necessità di aver concluso l’accordo con le banche. In sostanza basterebbe aver chiesto la cessione, anche se gli istituti non l’avessero ancora accettata, per caricare i documenti sulla piattaforma. Gli emendamenti ad hoc al decreto sono molteplici. In tal senso si attende un comunicato stampa del ministero dell’Economia che consentirebbe di accettare le comunicazioni. La compensazione potrebbe avvenire anche attraverso gli F24: allo studio della commissione Finanze alla Camera la possibilità per banche e Poste Italiane di compensare le somme relative agli F24 della propria clientela attraverso i crediti di imposta originatisi a seguito del sostenimento (nelle annualità 2021 e 2022) delle spese per gli interventi agevolati con i bonus edilizi, ma non ancora ceduti da imprese e contribuenti. L’equilibrio da raggiungere dovrebbe tutelare i conti delle famiglie e delle imprese, e nel contempo quelli dello Stato. Un rebus. (Continua a leggere dopo la foto)
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Tra gli emendamenti ammessi, compaiono proposte di Fratelli d’Italia e Forza Italia che tornano sul nodo degli effetti dei sequestri di crediti di imposta. In base alle proposte, “i cessionari in buona fede, estranei a ogni reato” non potrebbero essere destinatari di provvedimenti di sequestro preventivo, qualora dimostrassero di aver acquisito il credito d’imposta. Una deroga esplicita all’articolo 321 del Codice di procedura penale, prevedendo l’esclusiva responsabilità in capo al soggetto originariamente beneficiario del credito d’imposta, senza il coinvolgimento del terzo. Un altro emendamento, poi, propone di dare la possibilità alle amministrazioni pubbliche di essere cessionarie dei crediti d’imposta. E ancora, a riguardo della cosiddetta edilizia libera, ovvero caldaie e infissi, e dunque quei lavori con acconti pagati prima del 16 febbraio, ma con prodotti ancora da installare: un’autocertificazione consentirà di provare il rispetto dei termini di legge, mantenendo così lo sconto in fattura. (Continua a leggere dopo la foto)
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Infine, tra gli emendamenti, viene proposto che le banche e gli intermediari finanziari siano tenuti a fornire una certificazione che attesta i tempi di istruttoria, con delle tempistiche di limite al massimo di un mese.
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