Una crisi che potrebbe avere conseguenze pericolose, quella che ha attraversato il settore finanziario in questi giorni. Con i big di Wall Strett che hanno messo in guardia il mercato globale dalle possibili evoluzioni del fallimento della Silicon Valley Bank (Svb), un crac inaspettato e che potrebbe trasformare in realtà le paure di milioni di investitori e risparmiatori: una crisi che non si limiterebbe al singolo istituto, contagiando il settore finanziario americano prima e mondiale poi, fino ad arrivare in Europa. Come spiegato dalla testata Money, sul delicato argomento si sono espressi Larry Fink, cofondatore e dirigente del colosso finanziario BlackRock, Ray Dalio, fondatore di Bridgewater Associates, e Carl Icahn, imprenditore e investitore multimiliardario. (Continua a leggere dopo la foto)
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Larry Fink ha sollevato la possibilità che gli scossono causati dal fallimento della Svb possano essere soltanto l’inizio di una “crisi a rotazione lenta” simile a quella che aveva colpito risparmi e prestiti tra gli anni ’80 e gli inizi dei ’90: “Le conseguenze potrebbero riversarsi sul settore bancario americano, causando ulteriori indagini e chiusure”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Fink ha aggiunto che i mercati in questo momento starebbero pagando il prezzo “di anni di soldi facili”, conseguenza della politica monetaria della Federal Reserve (Fed). Anche secondo Dalio il fallimento di Svb potrebbe avere gravi ripercussioni sull’intero sistema economico americano: “Le banche potrebbero essere costrette a subire perdite su attività che hanno perso valore a causa del recente aumento dei tassi di interesse”. Gli Usa si starebbero quindi avvicinando “alla fase di contrazione del ciclo del credito/debito a breve termine”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Infine, per Carl Icahn il piano di salvataggio dell’amministrazione Biden sarebbe sbagliato: “Consentire ai cittadini di spendere (e non risparmiare) proteggendoli non porterà a nulla di buono. È anche vero che questo genere di retorica è figlia di un sistema capitalista aggressivo, non più sostenibile soprattutto a livello ambientale”. L’Europa, intanto, farebbe bene a “prepararsi a delle conseguenze”.
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