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“Nascosti gli effetti tossici”. L’accusa alle multinazionali Usa è devastante: “Rischio Parkinson per milioni di persone”

Pubblicato il 04/06/2023 14:27 - Aggiornato il 04/06/2023 17:10

I grandi colossi del settore dei pesticidi sono finiti sotto la lente di ingrandimento in queste ore, dopo che la rivista scientifica Environmental Health ha pubblicato uno studio secondo il quale le aziende avrebbero nascosto alle autorità europee gli effetti tossici dei loro prodotti, ampiamente evidenziati in test di laboratorio condotti su cavie animali. La ricerca è stata effettuata dal chimico Alex Mie, che lavora per l’Università Karolinska Institute di Stoccolma, e dalla tossicologa Christina Rudén della medesima struttura. Gli effetti deleteri riscontrati (e strategicamente omessi) sarebbero disturbi del neurosviluppo in coloro che li hanno utilizzati, dunque con effetti dirompenti sul cervello, come “autismo, deficit di attenzione e iperattività e altre disabilità intellettive”, che vengono segnalati in aumento in molti Paesi, poiché i pesticidi sarebbero capaci di danneggiare in modo significativo i neuroni dopaminergici, inoltre, sebbene i fattori ambientali come l’esposizione ai pesticidi siano da tempo associati alla malattia di Parkinson, fino ad oggi è stato difficile individuare quali di queste sostanze possono aumentare il rischio di svilupparla. A provare a rispondere a questa domanda è stata la ricerca che ha identificato dieci pesticidi capaci di danneggiare in modo significativo i neuroni dopaminergici, la cui morte è una delle caratteristiche distintive della patologia. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il metodo di ricerca

Come riporta l’agenzia Agi, sfruttando l’ampio database sull’uso di pesticidi della California, che comprende 14 mila prodotti, il team ha potuto confrontare i dati epidemiologici e condurre screening di tossicità. I due ricercatori hanno confrontato, in migliaia di pagine di fascicoli normativi, “i dati trasmessi dai produttori alle autorità americane, da un lato, ed europee, dall’altro” e sono stati così in grado di identificare i pesticidi per i quali diversi produttori (tra cui Bayer e Syngenta) hanno condotto e presentato studi sul Dnt all’Agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente (Epa), ma non all’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa)”. Condotti su animali da laboratorio tra il 2001 e il 2007, questi test, si può leggere ancora nella ricerca svedese, “non sono stati presi in considerazione dall’Autorità europea durante le prime autorizzazioni di nove sostanze (abamectina, etoprofos, buprofezin, fenamidone, fenamifos, fluazinam, glifosato-trimesio, pimetrozina, piridaben), per lo più concesse alla fine degli anni 2000. Il lavoro dei due ricercatori “deve essere considerato tanto più seriamente dal momento che gli impatti dei pesticidi sui disturbi dello sviluppo neurologico sono stati inequivocabilmente dimostrati, non solo sugli animali da laboratorio, ma anche sugli esseri umani”, ha commentato il neurobiologo Yehezkel Ben-Ari, direttore presso l’Istituto nazionale di Salute e Ricerca Medica di Parigi, sollecitato da Le Monde. Sull’autismo in particolare, “ma anche sul quoziente intellettivo”. Inoltre, “sappiamo che le esposizioni materne hanno un effetto sul nascituro”, ha aggiunto. (Continua a leggere dopo la foto)
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I pesticidi tossici

Ci si domanda, dunque, se gli studi non presentati avrebbero modificato la decisione commerciale delle autorità. Per quattro delle nove molecole in questione, Axel Mie e Christina Rudén ritengono che questo sia potenzialmente il caso. Per tre di loro, secondo i ricercatori, è dimostrato”, conclude Le Monde, rifacendosi ai risultati della ricerca. Molti di questi pesticidi sono ancora utilizzati negli Stati Uniti in ambito agricolo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Residui di pesticidi nei cibi dell’Unione europea, i nuovi dati dell’Efsa

Frattanto, sale al 2,1% il tasso complessivo di sforamento dei limiti dei residui di pesticidi negli alimenti, secondo il rapporto dell’Efsa del 2021, rinvenuto nei campioni alimentari analizzati dall’Efsa: è risultato irregolare con residui di pesticidi oltre i limiti consentiti, dunque, mentre il 39,8 per cento conteneva uno o più residui nei limiti. In un peperone in cui sono stati quantificati 28 pesticidi diversi, seguito da un campione di uva da tavola in cui sono stati quantificati 19 pesticidi. Tra l’attesa per nuovi regolamenti e continue deroghe per sostanze, i pesticidi rimangono un rischio per la salute umana e ambientale.

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