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“Giorni di attesa!” L’annuncio dell’Ordine dei Medici. Ormai è ufficiale, non chiamatelo “pronto soccorso”

Pubblicato il 10/08/2022 18:26

Nei pronto soccorso la situazione è «drammatica». Manca il personale e nei pronto soccorso di tutta Italia e, nel caso specifico, negli ospedali di Roma. «Le attese rischiano di durare giorni». A dirlo l’ordine provinciale di Roma dei medici-chirurghi e degli odontoiatri (Omceo) che si associa al grido di allarme lanciato da Simeu Lazio. Nell’ultima lettera rilasciata il 5 agosto, infatti, viene denunciato l’intollerabile disagio e affanno in cui operano le strutture e il personale di medicina dell’emergenza-urgenza su tutto il territorio regionale.
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«Oramai la mancanza di personale della sanità, i cui negativi effetti organizzativi si riversano particolarmente sulle strutture della medicina di emergenza e urgenza, stanno mettendo in pericolo la salute dei pazienti, tanto più in questo momento di crisi. Tale condizione se non risolta in tempi brevissimi porterà a un inevitabile collasso delle strutture dell’emergenza-urgenza». Questo è quanto si legge nella nota di Omceo Roma.
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La situazione è molto critica e si riscontrano molteplici pazienti che dovrebbero essere ricoverati ma che «Restano anche giorni in pronto soccorso, con alto rischio clinico, prima di ottenere il posto letto di cui avrebbero diritto fin da subito, la gestione degli stessi affidato sempre allo stesso personale del pronto soccorso, il blocco, ormai cronico delle ambulanze: tutto ciò non può che portare a gravi ripercussioni sulla celerità e la tempestività degli interventi sia in pronto soccorso che da parte degli operatori del 118 sul territorio».
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Proprio il presidente dei camici bianchi capitolini, Antonio Magi, ha sottolineato che: «Nonostante questa situazione drammatica, come ordine dobbiamo doverosamente mettere in evidenza l’abnegazione degli operatori di pronto soccorso del Lazio che stanno assolvendo al proprio lavoro in una condizione veramente non più sostenibile e che non può più perdurare per la loro sicurezza e per quella dei pazienti. Chiediamo ancora una volta- dichiara Magi – l’intervento delle istituzioni competenti e che trovino il coraggio una volta per tutte di risolvere strutturalmente la carenza di personale dell’emergenza-urgenza e non solo, potenziando il territorio, aumentando i posti letto disponibili, abbandonando per sempre una politica di precarietà con contratti anomali ed esternalizzazioni che non risolvono il problema ma ne amplificano inevitabilmente gli effetti negativi».
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Il presidente conclude poi dicendo che, come Odine dei Medici, «Ci scusiamo noi al posto di altri che dovrebbero metterci la faccia ma che invece, pur essendo in posizioni apicali, continuano a rimanere dietro le quinte e colpevolmente assenti o distratti, sia nei territori che nelle strutture ospedaliere». Nel dicembre del 2021, lo stesso Antonio Magi asseriva che «Io spero che arrivi il più presto l’obbligo del super Green pass anche per andare a lavorare, oltre che per tutte le altre attività. Ricordo che per i medici è obbligatoria anche la terza dose». E sosteneva anche che «I no vax minacciano persino i colleghi e si recano all’hub vaccinale con i propri avvocati», parlando di una protesta inscenata da oltre 500 camici bianchi della sezione di Roma. La dissonanza cognitiva sta nell’aver sostenuto a piene mani la sospensione e la radiazione di chi non si è voluto piegare ad un obbligo assurdo, per poi denunciare la carenza di personale sanitario ed il relativo degrado del servizio sanitario.

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