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“Malori improvvisi” ora è ufficiale. Ecco perché ce ne sono tanti fra i giovani. Lo studio sbugiarda i negazionisti

Pubblicato il 24/07/2022 16:41

Le tante notizie di cronaca riportate da molte testate nazionali ed estere, nonché quasi quotidianamente dalla nostra redazione, hanno finalmente trovato un riscontro scientifico. Uno studio israeliano sull’aumento di casi di malori improvvisi conferma, purtroppo, i sospetti di molti. In alcuni paesi come Svezia, Taiwan e Israele, durante gli ultimi 12 mesi si è osservato ed analizzato l’incremento di questi eventi fra i giovani maschi che praticano sport, di età compresa tra i 12 ed i 40 anni. I risultati sono molto interessanti. Come riporta Sanitainformazione.it, a parlarne è il cardiologo Alessandro Capucci, che ha illustrato gli esiti dello studio in questione, spiegando quali siano le possibili cause di tale fenomeno, tenuto conto delle pubblicazioni scientifiche ad oggi disponibili.
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I risultati dello studio

In alcune delle osservazioni è stato riscontrato un aumento dei livelli di un ormone presente in concentrazione maggiore nel sangue degli atleti. Capucci ha spiegato che: «Nei casi di morte improvvisa a seguito di un malore l’autopsia avrebbe rivelato un aumento delle bande di contrazione e dei mononucleati, che farebbe pensare ad un eccesso di catecolamine circolanti. Infatti, molte segnalazioni riguardano soggetti maschi giovani che praticano sport e che hanno dunque già un livello di catecolamine più elevato. Un eccesso di questi ormoni circolanti determinerebbe danni a livello miocardico e conseguente miocardite». Una condizione da non sottovalutare, poiché in alcuni casi si rivela, come ben sappiamo, fatale. Le catecolamine sono ormoni prodotti dal surrene, che circolano nel sangue e vengono rilasciati in situazioni di stress o ipoglicemia, causando aumento di frequenza cardiaca e di pressione arteriosa.
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La proteina spike

Da quanto emerso, un ruolo determinante in questo quadro clinico potrebbe averlo anche la proteina spike. La sostanza però, oltre ad essere parte integrante della composizione del Sars-Cov-2, è presente anche nei vaccini anti-Covid. Nel caso vaccini a RNA messaggero (Pfizer e Moderna), l’inoculazione scatena la produzione corporea della proteina in questione. «La concentrazione delle proteine spike potrebbe essere un evento fondamentale da tenere sotto controllo», sottolinea il cardiologo, secondo cui una possibile soluzione potrebbe quella di «rivedere il dosaggio del vaccino anti-Covid19 da somministrare, magari pensando ad una dose su misura per i giovani, in relazione al peso corporeo. È opportuno ripensare al vaccino come ad un farmaco che ha indicazioni e dosaggi specifici».
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Monitorare prima e dopo le somministrazioni

Secondo il professor Capucci, una delle possibili soluzioni per “contenere i danni” sarebbe quella di procedere ad un monitoraggio attento il rischio di malori improvvisi: «Un esame della troponina prima della somministrazione del vaccino permetterebbe di fare una valutazione da un punto di vista ematochimico. Ma la cosa più importante sarebbe monitorare, dopo la vaccinazione, i soggetti più a rischio, ovvero maschi giovani che fanno attività fisica». Insomma, pian piano la scienza sembra arrivare dove i “complottisti” erano già giunti da tempo.

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