Mancano pochi mesi al 10 gennaio 2024, la data in cui all’incirca 10 milioni di famiglie italiane saranno praticamente costrette a cambiare il proprio gestore delle utenze elettriche. Addio, dunque, al vecchio Mercato tutelato. E non si sfugge: se tali utenti domestici non procederanno autonomamente alla scelta dell’operatore del Mercato libero cui affidarsi, le rispettive utenze andranno a finire all’asta, un’asta al ribasso. Cesserà, in quella data, il Mercato tutelato per i clienti domestici, ovvero, come puntualizza il Sole 24 Ore, quello in cui il prezzo è definito a monte, dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera). Tutto ciò è anche figlio, oltre che del liberismo più sfrenato, anche dell’immancabile intervento dell’Unione europea, che, nel Consiglio europeo dell’ottobre 2022, nel pieno del conflitto russo-ucraino, aveva invitato gli Stati a sancire “Un corridoio di prezzo dinamico temporaneo sulle transazioni di gas naturale per limitare immediatamente gli episodi di prezzi eccessivi del gas”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il servizio a tutele graduali
Le aste di cui parlavamo, per coloro che non avranno operato la trasmigrazione, come prevede il decreto approvato negli scorsi mesi dalle Camere, saranno svolte a livello territoriale: l’Autorità Antitrust ha chiesto che il bacino non sia superiore a 220mila utenti. Nessun operatore potrà “accaparrarsi” più del 35% del totale dei territori. A riprova del fatto che a rimetterci saranno le famiglie stesse, giacché nel mercato libero la tariffa fluttua in base a parametri esogeni, è il prezzo stesso del gas, al quale è agganciato il costo dell’elettricità, che è assai volatile per le ovvie ragioni geopolitiche, e ancor di più per la speculazione finanziaria. Entro la data del 10 gennaio 2024, in caso di mancata scelta, verrà assegnato il servizio a tutele graduali di Arera ai clienti domestici, garantendo – bontà loro – la continuità della fornitura sino alle aste. Il percorso tratteggiato da governo e Arera stabilisce che, almeno a partire dai sei mesi antecedenti la scadenza del periodo, l’esercente selezionato tramite asta dovrà informare il cliente di tale scadenza. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il sistema delle aste
Eravamo ancora nel 2021 allorché Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, lanciava l’allarme, confutando la tesi che il mercato libero sia più vantaggioso di quello tutelato: “Il 90,18% di offerte del gas del mercato libero sono più care di quelle a maggior tutela”, mentre nella luce arrivano persino al 95,28%. Inoltre, per i clienti domestici, solo il il 5% delle offerte per l’energia elettrica sono più convenienti all’interno del mercato libero. Vediamo, ora, come funziona il meccanismo delle aste: l’Arera ha approvato a inizio agosto una delibera in base alla quale si stabilisce che, per ciascuna delle 26 aree territoriali in cui è stata divisa l’Italia, si terranno delle aste con un sistema a turno unico, a busta chiusa, e simultaneo. Gli strumenti che ha il consumatore finale sono messi a disposizione dall’Arera attraverso il portale offerte, previsto dalla legge sulla concorrenza. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il rischio delle truffe
Infine, c’è ancora un altro rischio, quello delle truffe: in un anno sono stati stimati danni per 1,2 miliardi, segnando un aumento del 28% rispetto allo scorso anno. Accanto ai finti call center, c’è anche la più tradizionale truffa porta a porta. L’associazione Consumerismo ha lanciato il progetto Stop alle Truffe, un portale su cui trovare gli strumenti per riconoscere i rischi ed evitare di cadere in (un’altra) trappola.
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