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Bollette, ecco perchè non conviene passare al mercato libero

Pubblicato il 02/08/2021 14:17

Se avete ricevuto la proposta di un operatore per effettuare il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero e siete indecisi sulla scelta da prendere, allora i dati che vengono riferiti da Il Fatto Quotidiano fanno al caso vostro. Abbandonare il mercato tutelato è davvero così vantaggioso come vogliono farci credere? Il dubbio potrebbe essere insidioso anche alla luce del fatto che l’abolizione del mercato tutelato, ad oggi, è prevista a partire dal primo gennaio del 2023. Probabilmente qualche operatore per dissuadervi potrebbe aver utilizzato la classica frase “tanto -il passaggio- dovrai farlo”. (Continua dopo la foto)

Ma anche se la data ha già avuto numerosi slittamenti e il governo Draghi è intenzionato a non concedere proroghe, il consiglio che diamo è quello di non abbandonare il mercato tutelato. Perchè? Non è solo una questione che riguarda i vantaggi in termini economici, ma è anche la trasparenza, le “pratiche commerciali ingannevoli”, l’assenza di un “serio albo di fornitori” che lascia i clienti in balia dei fornitori “senza garanzie né requisiti finanziari adeguati” e un portale che non permette un confronto tra l’offerta sottoscritta al momento e quelle più convenienti disponibili”. Queste le motivazioni che spingono Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, a mettere in guardia i consumatori. (Continua dopo la foto)

Ma cosa ci dicono i dati che riguardano i costi? Che il mercato libero non è più vantaggioso di quello tutelato. “Il 90,18% di offerte del gas del mercato libero sono più care di quelle a maggior tutela, mentre nella luce arrivano persino al 95,28%”. Per i clienti domestici, solo il 10% delle offerte -il 5% per quelle dell’energia elettrica- all’interno del mercato libero, sono più convenienti.

Basti pensare che, scendendo nel dettaglio dei numeri, nel periodo tra gennaio 2020 e giugno 2021nel mercato libero, il settore elettrico e quello del gas presentavano rispettivamente in media solo 64 e 65 offerte, a prezzo fisso e variabile, più vantaggiose del servizio di tutela. “Una quota residuale” e ridicola se si pensa che sul Portale Offerte dell’Arera sono quasi 5mila quelle disponibili.