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“Decideranno per noi”. L’Oms e il nuovo allarme sanitario: ecco cosa c’è davvero dietro

Pubblicato il 27/05/2023 10:37
Oms globalizzazione sanitaria allarme

Non ha fatto in tempo a dichiarare la fine della pandemia di Covid che Tedros Adhanom Ghebreyeus, direttore dell’Oms, ha lanciato un nuovo allarme: “C’è la minaccia di un altro virus con potenziale ancora più mortale del Covid”, ha tuonato nel corso dell’assemblea mondiale dell’organizzazione a Ginevra. È chiaro che le reazioni, rispetto al 2020, stavolta siano state diverse. Soprattutto tra la popolazione che, visti gli ultimi studi e le ultime inchieste che rivelano di giorno in giorno le “porcate” fatte “grazie” al Covid, guarda con scetticismo a questi annunci dell’Oms. Vengono visiti, insomma, come il tentativo di ripetere il fruttuosissimo modello Covid con cui Big Farma ha fatto miliardi e i governi hanno ceduto sovranità e sospeso la democrazia. E il nodo è proprio qui: siamo di fronte all’esplosione della globalizzazione sanitaria utile a far perdere agli Stati ulteriore sovranità? Pare di sì, e vediamo perché. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il direttore dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyeus nel suo allarme ha detto un’altra cosa: “Quando la prossima pandemia busserà alla porta – e lo farà – dobbiamo essere pronti a rispondere in modo deciso, collettivo ed equo“. Tre aggettivi che – visto quanto successo con il Covid – ci proiettano dritti dritti verso il modello cinese, come osserva Gianluca Spera sul blog di Nicola Porro. L’ideologia sanitaria, insieme a quella ambientalista, sembrano le chiavi per aprire le porte alla nuova globalizzazione sanitaria. Quello che preoccupa, infatti, è l’assuefazione delle democrazie occidentali, Italia in testa. Cioè la voglia, l’incapacità, la possibilità di almeno ipotizzare una ribellione, un dire No a questo modello. La cessione di sovranità all’Oms, insomma, non viene vista come un pericolo. (Continua a leggere dopo la foto)
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Globalizzazione sanitaria: cosa c’è dietro l’allarme Oms

C’è invece da preoccuparsi perché lo stesso ministro italiano Orazio Schillaci non ha per nulla rappresentato una rottura rispetto all’era di Roberto Speranza. E infatti ha di recente ribadito “la centralità dell’Oms nel quadro dell’architettura sanitaria internazionale e del suo ruolo di guida nelle politiche sanitarie globali“. Ma l’altro campanello d’allarme è dato anche dall’asservimento dei media, pronti a ripetere la narrazione a senso unico che abbiamo già conosciuto. E il sogno di globalizzazione sanitaria di Tedros Adhanom Ghebreyeus sembra davvero vicino a realizzarsi visto che gli Stati sono anche ben felici di esborsare contributi in tal senso. Non è un caso, infatti, che c’è stato un aumento del 20% per ciascun Paese.

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