La morte dell’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, avvenuta il 22 settembre 2023, ha ovviamente generato una miriade di commenti e reazioni. Se a livello istituzionale il cordoglio è stato sentito e bipartisan, con maggioranza e opposizione che unanimemente hanno espresso parole di grande rispetto e dolore, sui media qualche voce fuori dal coro si è fatta sentire. E non poteva che essere quella di Giuseppe Cruciani. Abituato a dividere e a dire cose e verità anche scomode, ospite a “Stasera Italia” su Rete 4, nella serata in cui si parla di questo grande lutto, Cruciani ha voluto dire la sua, seppur con il massimo rispetto per la famiglia del presidente emerito. E cosa ha detto? (Continua a leggere dopo la foto)
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Giorgio Napolitano, presidente emerito della Repubblica, è scomparso venerdì sera all’età di 98 anni. Le sue condizioni, come trapelato sui media, erano precipitate nell’ultima settimana. Poi la notizia ufficiale della sua morte. Nello studio di Nicola Porro, nella puntata del 22 settembre, Giuseppe Cruciani fa il ritratto di “Re Giorgio”, smontando quell’idea di un “santino” politico affibbiata – soprattutto nel momento del lutto – al primo Capo dello Stato comunista nella storia italiana. “Un grande politico, certamente – premette il conduttore de “La Zanzara” -, ma di estremo realismo e cinismo, capace di allearsi e di tramare, non in senso negativo, con chiunque”. (Continua a leggere dopo il video)
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Addio al presidente Giorgio Napolitano
— Stasera Italia (@StaseraItalia) September 22, 2023
Ne parliamo con @giucruciani a #StaseraItalia pic.twitter.com/lo5GNuQS6m
Giorgio Napolitano, il ritratto di Giuseppe Cruciani
“Lui – continua Giuseppe Cruciani – fece politica molto attiva durante gli anni della Presidenza della Repubblica. Il che ovviamente per i puristi della Presidenza della Repubblica, quelli che a sinistra dicono ‘eh il presidente della Repubblica è super partes’, sembra oggi quasi di dire una cosa folle. Ma è così – conclude – Giorgio Napolitano fece una politica molto attiva, interferendo pesantemente nella vita politica, ma non in senso negativo anche qui, perché è così. Quel che veniva rimproverato a Cossiga non venne poi rimproverato a Napolitano. Apparteneva inevitabilmente alla élite di questo Paese, e mano a mano che la politica cambiò veniva visto dalle persone comuni come qualcuno che faceva parte dell’establishment di questo Paese”.
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