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Si è spento Giorgio Napolitano, il presidente emerito della Repubblica aveva 98 anni. Cordoglio bipartisan

Pubblicato il 22/09/2023 20:28 - Aggiornato il 25/09/2023 08:40

È notizia di questi minuti: nonostante le preghiere invocate anche dal papa, il presidente emerito della Repubblica Giorgio Napolitano, Capo dello Stato dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015 nonché il primo proveniente dal Partito comunista a sedere al Quirinale, si è spento alle 19.15, all’età di 98 anni. Negli ultimi giorni le sue condizioni di salute si erano aggravate ed era ricoverato in una clinica della capitale, la Salvator Mundi al Gianicolo. Giorgio Napolitano era nato a Napoli nel 1925, lascia la moglie, Clio Maria Bittoni, e i due figli, Giovanni e Giulio. Napolitano è stato il primo presidente della Repubblica italiana ad essere eletto due volte, come poi è accaduto anche all’attuale presidente Sergio Mattarella. La prima è stata il 10 maggio 2006, e la seconda il 20 aprile del 2013, incarico dal quale aveva rassegnato le dimissioni il 14 gennaio 2015. (Continua a leggere dopo la foto)
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addio giorgio napolitano 98 anni

La lunghissima militanza politica

Oltre alla presidenza le sue cariche politiche contano quelle di: presidente della Camera nell’XI Legislatura; ministro dell’interno nel governo Prodi I; deputato dal 1953 al 1996; europarlamentare dal 1989 al 1992 e dal 1999 al 2004; senatore a vita dal 2005, nominato da Carlo Azeglio Ciampi. Dallo scranno più alto delle nostre Istituzioni ha visto succedersi cinque presidenti del Consiglio: Romano Prodi, Silvio Berlusconi, Mario Monti, Enrico Letta e Matteo Renzi. Venne definito “Re Giorgio” dal New York Times nel 2011: erano i tempi dello spread galoppante e del rischio default, i tempi della “spallata” al governo Berlusconi e dell’arrivo a Palazzo Chigi di Mario Monti. L’ex presidente ha fatto in tempo a verificare l’adempimento della sua profezia del 2018: “Il tempo dell’instabilità e della crisi generale della politica” da lui preconizzato pare essersi avverato. In un’epoca oramai lontana, fu proprio Giorgio Napolitano a stendere il comunicato di “grave dissenso” dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia nel 1968. Poi, negli anni Ottanta, dopo la morte di Giorgio Amendola era diventato il capo dei “miglioristi” del Pci, la corrente dei riformisti del partito. In Parlamento, come detto, sin dal 1953, era uno degli ultimi dirigenti della vecchia guardia ancora in vita del Partito comunista italiano, insieme ad Achille Occhetto e Aldo Tortorella. Già nel 2018, Giorgio Napolitano un delicato intervento all’aorta, mentre lo scorso anno aveva dovuto affrontare un’operazione all’addome, come riporta la Repubblica. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il cordoglio bipartisan

Matteo Renzi, su Twitter, ha scritto: “Grazie per come hai servito le istituzioni, caro Presidente. Che la terra ti sia lieve, caro Giorgio”. Per Enrico Letta era “Punto di riferimento nazionale ed internazionale del riformismo e dell’europeismo”. Tra l’opposto schieramento il primo a esprimere il proprio cordoglio è stato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani: “Non condividevo le sue idee, ma lo considero un importante protagonista della storia politica italiana”.

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