Lo scorso gennaio la Società Italiana di Pediatria aveva lanciato l’allarme circa l’esponenziale crescita – addirittura del 300% – dei casi di bronchioliti da virus respiratorio sinciziale in bambini neonati o lattanti, che affollano le terapie intensive pediatriche. Tale spropositato incremento è calcolato rispetto ai due anni precedenti: una coincidenza temporale assai sospetta, su cui torneremo in seguito. Dunque, un nuovo grande affare per le case farmaceutiche? Parrebbe di sì, ma ora l’immancabile vaccino, prodotto da Pfizer, per curare il virus sinciziale e da somministrare alle donne durante la gravidanza, è stato oggetto di uno studio dello University College di Londra, pubblicato British Medical Journal, che non solo ne demolisce l’efficacia, ma punta a dimostrare come questo vaccino prenatale, in realtà, incrementi il rischio di parto prematuro e di morte infantile. Come apprendiamo da Il Giornale d’Italia, gli scienziati e ricercatori dell’università londinese hanno invocato una accurata revisione dei dati preliminari a causa del rischio di morte infantile e nascita pre-tempo, prima che venga messo in commercio, avendo già ricevuto, come vedremo, un primo “Ok” dalla Fda. (Continua a leggere dopo la foto)
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La ricerca
A far scattare l’allarme – che speriamo venga ben recepito e immediatamente, a differenza di quanto avvenuto con i controversi vaccini contro il Covid – è stato il fatto che i dati preliminari relativi a un farmaco molto simile a quello Pfizer ma prodotto da GlaxoSmithKline (GSK), casa farmaceutica con sede proprio a Londra, hanno registrato gravi anomalie. Nel febbraio 2022, dunque, Glaxo ha interrotto lo studio clinico di fase III per un vaccino prenatale contro il virus respiratorio sinciziale. Tra le povere partecipanti ai trials, infatti, è stato riscontrato un elevato tasso di parti prematuri e di decessi neonatali. L’analoga profilassi neonatale concepita da Pfizer, verosimilmente, potrebbe comportare esiti analoghi, sicché gli scienziati londinesi hanno invocato la revisione dei dati preliminari prima che il vaccino venga distribuito e messo in commercio. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una strana coincidenza
Il virus respiratorio sinciziale (RSV) rappresenta la principale causa di bronchiolite e di polmonite nei bambini di età inferiore a due anni. Giuseppe Banderali, il direttore della Neonatologia e Pediatria dell’Ospedale San Paolo di Milano, nonché vicepresidente della Società Italiana di Pediatria, affermava nel gennaio 2023 che l’80% dei posti letto delle terapie intensive infantili erano occupate da bambini con bronchiolite da virus respiratorio sinciziale. Ora, occupiamoci di una coincidenza sinistra: poiché l’incremento del 300% di virus respiratori sinciziali di cui abbiamo scritto in apertura si è registrato precisamente nell’ultimo biennio e poiché questi bambini, per lo più sotto l’anno di età, sono stati concepiti durante la fase delle vaccinazioni a tappeto, anche alle donne incinte, se combiniamo i dati una certa correlazione pare lampante. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il placet del Comitato vaccini della Fda
Fa specie, dunque (ma non stupisce), che si sia frettolosamente giunti alla autorizzazione della Fda, l’ente regolatorio americano per i farmaci, del vaccino contro il virus respiratorio sinciziale da somministrare alle donne in gravidanza. Il vaccino Pfizer ha incassato il voto favorevole da parte del Comitato consultivo vaccini e prodotti biologici, come si legge nel bollettino farmacista33. Non avevamo dubbi. La decisione definitive della Fda è attesa per agosto, e il nostro augurio è che si tenga nella opportuna considerazione lo studio dell’università britannica.
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