La rivoluzione green imposta da Bruxelles prosegue a ritmo serrato. Ignorando le proteste di chi, in Italia e nel resto d’Europa, rischia di perdere il posto di lavoro o andare incontro a esborsi pesantissimi per accontentare le volontà dell’Ue. L’ultimo grido d’allarme è arrivato in questi giorni dal presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, che si è fatto portavoce delle istanze di tanti imprenditori contrari alla nuova Direttiva sulla qualità dell’aria. Il testo è attualmente in discussione e sarò messo al voto agli inizi di luglio 2023. Ma se dovesse essere approvato così com’è, comporterebbe problemi notevoli: “Sono scelte assolutamente irrazionali, che ci porterebbero a chiudere la Pianura Padana. Questo va nella direzione della sostenibilità o della follia?”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Obiettivo del nuovo pacchetto di regole, come spiegato dal Giornale, è quello di ridurre l’inquinamento, fissando soglie più restrittive sugli inquinanti. Parametri che, secondo Fontana e tanti imprenditori lombardi, sarebbero però troppo ferrei e comporterebbero danni notevoli per tutto il Nord Italia. Il passaggio ai nuovi parametri dovrebbe avvenire entro il 2030, stesso anno entro il quale Bruxelles vorrebbe imporre il passaggio alle “case green”. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Negli ultimi 15 anni la Regione Lombardia ha lavorato con grande impegno per migliorare la qualità dell’aria – ha spiegato Fontana – attraverso misure e azioni destinate ai cittadini e alle imprese, provvedimenti ben definiti e scanditi nel tempo. E i risultati ottenuti sono rilevanti: le concentrazioni di inquinanti si sono infatti ridotte del 39% annuo per il PM10, del 40% per il PM2.5 e del 45% per il NO2″. (Continua a leggere dopo la foto)
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Le istanze avanzate dalla Lombardia sono condivise anche da Veneto, Piemonte ed Emilia-Romagna: “La nostra richiesta è avere un provvedimento che sia logico e che non porti conseguenze drammatiche per le nostre regioni e che tenga conto del lavoro che abbiamo fatto fino ad ora per migliorare la qualità dell’aria”. Fontana ha poi aggiunto che i paramentri Ue in discussione dovrebbero tener conto di “condizioni morfologiche” che rendono impossibili alcuni interventi nelle Regioni italiane.
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