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“Auto, arriva l’Euro 7!” È il nuovo terrore degli automobilisti. Nuove regole, nuovi costi, vecchia Europa

Pubblicato il 24/05/2023 10:41 - Aggiornato il 25/05/2023 10:25

Scontro totale tra Bruxelles e una gran parte dei Paesi che fanno parte dell’Unione Europea sull’annunciata rivoluzione green. Un pacchetto di norme che costringerà i singoli Stati a una corsa contro il tempo per adeguarsi, con esborsi da capogiro, e che continua a far discutere ogni volta che viene presentata una bozza di testo per le riforme. Nelle ultime ore Italia, Francia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Slovacchia, Bulgaria e Unghieria si sono schierati apertamente contro la nuova normativa Euro 7, sostenendo che si tratti di un’idea “irrealistica”. Dovesse essere approvato, il regolamento prevede si applicherebbe alle auto immatricolate dal primo luglio 2025 e imporrebbe una riduzione del 27% delle particelle rilasciate nell’atmosfera dai freni e dai pneumatici di auto e furgoni. Il taglio agli ossidi di azoto sarebbe ancora più drastico, visto che dovrebbe calare del 35% rispetto alle attuali Euro 6. (Continua a leggere dopo la foto)
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Come spiegato da Libero Quotidiano, anche il particolato degli scarichi delle Euro 7 dovrebbe essere inferiore del 13% rispetto alle Euro 6. La norma non sarebbe retroattiva per le vetture già in circolazione, ma in caso di approvazione potrebbe rivelarsi una vera e propria mazzata per il settore automobilistico. (Continua a leggere dopo la foto)
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Auto, arriva l’euro 7. Le nuove regole che spaventano gli italiani

8 Paesi tra i quali l’Italia hanno così presentato un documento congiunto alla Commissione sottolineando come la proposta di Bruxelles appaia “irrealistica e rischia di avere effetti negativi sugli investimenti nel settore già impegnato nella transizione verso l’elettrico. I requisiti per i nuovi standard di emissione Euro 7 devono essere considerati nel più ampio contesto legislativo Ue. Ci opponiamo a qualsiasi nuova norma sulle emissioni di gas di scarico per auto e furgoni perché distoglierebbe gli investimenti del settore per centrare l’obiettivo del 2035″. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli 8 Stati firmatari del documento hanno così chiesto una proroga delle scadenze fissate per il 2025 e il 2027: “Inoltre è fondamentale valutare correttamente l’impatto del quadro Euro7 proposto, anche sul comportamento dei consumatori, e garantire che le nuove norme siano realistiche rispetto allo stato dello sviluppo tecnico e come costi-benefici”.

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