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Mortalità in eccesso e vaccinati, i numeri che vogliono nasconderci. Lo studio choc

Pubblicato il 11/04/2023 20:47 - Aggiornato il 13/07/2023 11:45

Chiariamo subito che non c’entra il clima, come ha sostenuto l’Istat, o l’età: a tutte le latitudini e per ogni fascia d’età, anche e soprattutto le più giovani, è stato riscontrato l’anomalo picco di mortalità che sta investendo (anche) il nostro Paese. L’associazione Umanità e Ragione ha inviato l’esito del suo studio al governo, alle Camere all’Istituto superiore di Sanità e all’Aifa, con una richiesta precisa, legittima e assai comprensibile: la possibilità di consultare i dati della mortalità distinti in base allo status vaccinale delle persone venute a mancare. Inoltre, viene anche chiesto di dismettere la “pratica distorsiva” di classificare come “non vaccinati” i soggetti deceduti nei 14 giorni successivi a ciascuna inoculazione. L’associazione presieduta dall’avvocato Olga Milanese ha avuto accesso agli archivi di Istat, Eurostat, Ocse, Euromomo e Our world in data. È emerso uno scenario inquietante. D’altronde, e ce ne eravamo occupati, la stessa Eurostat, il 17 febbraio scorso, sul proprio sito istituzionale aveva spiegato come il mese di dicembre 2022, rispetto allo stesso mese degli anni che vanno dal 2016 al 2019, avesse visto una tragica impennata, addirittura con un incremento di decessi del 19%. Negli Stati Uniti, inoltre, a preoccupare è anche l’eccesso di Mortalità materna. Circa la realtà italiana, l’eccesso di mortalità nell’anno 2022, rispetto all’anno precedente, supera le 12.000 unità. È un primo dato che leggiamo nello studio di Umanità e Ragione. Poi, si riscontra che nel biennio 2021-2022, rispetto alla media del 2015-2019, la mortalità in eccesso è stata ben al di sopra delle “normali fluttuazioni”: stiamo parlando di 67.879 decessi in più. Inoltre, vi è la questione dei più giovani, ed è uno dei dati più allarmanti che, peraltro, riscontriamo quotidianamente nella gran parte dei “malori improvvisi”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Fonte: Istat, tabella riportata da La Verità

Come leggiamo su La Verità, in tutte le fasce d’età più giovani, infatti, negli stessi anni 2021 e 2022, è stato rilevato un aumento della mortalità rispetto al 2020, primo anno di pandemia e con la campagna vaccinale ancora in fase embrionale. Nel 2022 si è riscontrato un incremento dei decessi nelle fasce d’età 10-14, 15-19, 20-24, 30-34, e persino nella fascia d’età che va dai 5 ai 9 anni. L’andamento è particolarmente significativo per le persone tra i 15 e i 44 anni, dove la mortalità risulta superiore sia al 2020 che al 2021. Poiché i decessi si sono mantenuti in “lineare e progressivo aumento” in quel biennio, certifica lo studio statistico, viene naturale escludere “fenomeni stagionali quali l’influenza, il caldo o il freddo”, le motivazioni che, con non poca fantasia, aveva addotto l’Istat. Il cambiamento climatico, altro dogma dei nostri tempi, non c’entra proprio nulla. Le evidenze presentate dall’associazione Umanità e Ragione paiono coincidere con quelle dello studio francese di cui già abbiamo trattato. Ora, che a fronte di tutto ciò si rifiuti di prendere in considerazione, come la scienza dovrebbe fare, ogni ipotesi, pare davvero sospetto. Non basta certo trincerarsi dietro il mantra “Nessuna correlazione”, anche perché la coincidenza temporale con la campagna di vaccinazione a tappeto non può essere ignorata. (Continua a leggere dopo la foto)
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Negli altri Paesi europei, in accordo con i dati Eurostat, la nazione più colpita è la Germania, con uno spaventoso +37%. Concentrandoci solo sullo scorso mese di dicembre, Germania a parte, in molti Paesi si è superato il 20%: Austria (+27%), Slovenia (+26%), Irlanda e Francia (entrambi +25%), Repubblica Ceca, Paesi Bassi ed Estonia (tutti +23%), Danimarca (+22%), Finlandia e Lituania (entrambe +21%).

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