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Emergenza GUILLAIN-BARRÉ. La malattia è sempre meno rara e sulle cause alcuni esperti dicono che…

Pubblicato il 12/07/2023 18:10

Quasi duecento casi e quattro vittime in meno di 7 mesi, ovvero a partire dal gennaio 2023. il Perù sta affrontando una vera emergenza sanitaria a seguito della esplosione incontrollata e “misteriosa” – ma neppure tanto, come vedremo – dei casi di Sindrome di Guillain-Barré (Gbs), una malattia del sistema nervoso, altresì rarissima, che può generare la paralisi dei muscoli facciali e respiratori: circa il 20% dei malati deve essere intubato a causa dell’insufficienza respiratoria. Tecnicamente, come spiega Il Fatto Quotidiano, stiamo parlando di una poli-neuropatia infiammatoria acuta che manifesta una progressiva paralisi degli arti. Nelle forme più gravi si ha anche la degenerazione secondaria degli assoni (il prolungamento dei neuroni) mentre in alcuni pazienti la degenerazione assonale è precoce e compare invece della demielinizzazione. Sicché il Governo di Lima ha dichiarato un’emergenza di tipo sanitario a livello nazionale. L’emergenza durerà 90 giorni per far fronte a un “insolito aumento” dei casi. Appena ieri ne accennavamo nel nostro articolo sul Long Vax, ovvero l’insieme, preoccupante, degli effetti collaterali e sintomi persistenti che sono ascrivibili alla vaccinazione contro il Covid, e non secondo noi ma in accordo con diversi e documentatissimi studi scientifici un po’ in tutto il mondo. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Effetti indesiderati del vaccino”

Anche la triste emergenza peruviana, presumibilmente, potrebbe essere originata dalla medesima causa. “La Gbs è probabilmente il risultato di una reazione autoimmunitaria – spiega Paolo Calabresi, professore Ordinario di Neurologia all’Università Cattolica Sacro Cuore di Roma e direttore dell’Unità Complessa di Neurologia del Policlinico Gemelli di Roma – diretta contro la guaina mielinica che riveste il nervo o contro il nervo stesso”. Partendo da ciò, se aggiungiamo che la sindrome di Guillain-Barré sia stata integrata nel 2021 nella lista degli effetti indesiderati del vaccino Janssen contro il Covid, il sospetto della correlazione con la vaccinazione (in molti casi forzata) diventa qualcosa più di un semplice sospetto, dunque. E convince assai poco la teoria per cui i numerosissimi casi di Sindrome di Guillain-Barré siano a loro volta cagionati dalla precedente epidemia di Dengue, originata dalla puntura di una zanzara tropicale, che da mesi colpisce principalmente il nord del Perù. Infatti, non è la prima volta che nel territorio peruviano si diffonde una epidemia di Dengue. (Continua a leggere dopo la foto)
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Lo studio del 2022

E ancora, non si può non pensare ai casi, piuttosto simili, delle diverse polineuropatie (ovvero il malfunzionamento simultaneo di alcuni nervi periferici sparsi lungo il corpo) documentati già nel 2022 da scienziati di Boston, Philadelphia e Baltimora, che hanno pubblicato il proprio studio sulla rivista Medrxiv. Secondo questa ricerca, il sistema immunitario è naturalmente portato a produrre gli auto-anticorpi responsabili della patologia, specialmente dopo alcune infezioni, tra cui il Covid-19. (Continua a leggere dopo la foto)
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I sintomi e le cure

I sintomi più comuni sono: disturbi del linguaggio, difficoltà a deglutire, alterazioni della frequenza cardiaca, aritmie cardiache, alterazioni della pressione sanguigna, alterazioni della temperatura del corpo. Nel caso in cui la sindrome non venga curata, nel giro di pochi giorni si può arrivare alla paralisi totale, all’insufficienza respiratoria e anche alla morte. Non esiste una cura per la sindrome di Guillain-Barré ma due tipi di interventi terapeutici, se effettuati rapidamente, possono accelerare la guarigione e ridurre la durata e le complicazioni della malattia: plasmaferesi e infusione di immunoglobuline. La plasmaferesi è una procedura che consiste nel prelievo del sangue e nella separazione della parte liquida (plasma) dalla parte cellulare che viene poi reinfusa nel corpo; la sua efficacia nella sindrome di Guillain-Barré è dovuta all’eliminazione dal sangue degli anticorpi che contribuiscono a danneggiare i nervi periferici. L’infusione per via endovenosa di alte dosi di immunoglobuline, contenenti anticorpi provenienti dal sangue di donatori sani, ha lo scopo di bloccare l’azione degli anticorpi che danneggiano i nervi.

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