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Lezzi: “Il M5S rischia la scissione? No, rischia di scomparire”

Pubblicato il 23/09/2020 12:57

Non usa giri di parole Barbara Lezzi per commentare il risultato delle Regionali: “Un disastro” per un Movimento Cinque Stelle che ora “non rischia la scissione, rischia di scomparire”. A rendere ancora più amaro l’esito delle elezioni, la contemporanea vittoria di quel referendum per il taglio dei parlamentari che i proprio i grillini avevano eletto a loro totem: “Il 70% di quelli che ha votato Sì non ha votato per noi”. L’ex ministro per il Sud, attraverso le pagine del Corriere della Sera, ha ammesso la sconfitta, netta. Per poi provare a dettare una linea utile a salvare quel che resta del futuro pentastellato.

Lezzi: "Il M5S rischia la scissione? No, rischia di scomparire"

“Credo che l’errore sia stato non organizzare le Regionali per tempo. C’era un anno intero. C’è stata l’emergenza Covid, ma questo non giustifica il ritardo. Non credo che Crimi abbia colpi, lui ha fatto un buon lavoro in un momento concitato. Di Maio, inoltre, lo critica ma non dice come le avrebbe organizzate lui”. Il problema, secondo Lezzi, non sono nemmeno le alleanze: “Basta guardare la Liguria e alcuni Comuni, la sconfitta riguarda solo il M5S. Da noi gli elettori si aspettano determinazione, i candidati hanno scontato indecisioni che disorientano la base”.

Lezzi: "Il M5S rischia la scissione? No, rischia di scomparire"

Un’alleanza progressista? Secondo la senatrice non è la strada per rialzare rapidamente la testa: “E per fare cosa? Sostenere De Luca in Campania? Serve un progetto, una identità. Prima delle alleanze bisogna pensare al cosa, poi al come, quindi al chi”. Gli Stati Generali, in questo senso, “vanno fatti immediatamente, ponendo all’ordine del giorno nuovi temi e nuovi obiettivi. Poi bisogna pensare a una nuova governance”.

Lezzi: "Il M5S rischia la scissione? No, rischia di scomparire"

Secondo Lezzi, “si parla di una struttura di 5-7 persone ma io credo che serva qualcosa di più ampio, una struttura che sia radicata nei territori e coordinata da un capo politico-portavoce che risponda direttamente a questa governance. Ma bisogna muoversi subito. Un rimpasto? Il governo è questo e non deve cambiare. Chi è al governo pensi a destinare al meglio le risorse del Recovery Fund, servono soldi per le famiglie, il ceto medio, le partite Iva e le piccole e medie imprese”.

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