C’è un precedente che lascia poco tranquilla Giorgia Meloni. Forse il tradizionale meeting agostano di Comunione e Liberazione non porta bene ai governi di centrodestra: proprio dal palco di Rimini, nel 2011, l’allora presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, cominciò a “picconare” l’esecutivo a guida Berlusconi, in quella che di recente Nicolas Sarkozy ha ammesso essere stata una congiura internazionale. Ma questa è un’altra storia, pur se molto simile. Infatti, non è sfuggito praticamente a nessuno che l’attuale Capo dello Stato – spendendo parole forti e dedicando lunghi richiami alla validità dei nostri dettami costituzionali – si è profuso in una appassionata difesa della nostra Carta, che Giorgia Meloni vorrebbe modificare in direzione del premierato. Anzi, leviamo pure il condizionale, la presidente del Consiglio vuole fortemente tale riforma: “Sarà uno dei primi provvedimenti che vareremo”, ha detto, riferendosi alle riforme costituzionali, a margine del primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. (Continua a leggere dopo la foto)
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Il guanto di sfida
Fine della luna di miele tra Palazzo Chigi e il Colle? Se Meloni non aveva replicato nell’immediato ai palesi riferimenti di Sergio Mattarella, che ha demolito uno per uno i suoi “cavalli di battaglia” – tornando anche sul tema dei migranti e inserendolo ancora nella cornice del dettato costituzionale – ora con quella frase poco sibillina, come scrive Marco Antonellis su Il Giornale d’Italia, la stessa Meloni ha “lanciato il guanto di sfida al Quirinale” e ha accelerato i tempi. Insomma, la coesistenza forzata è diventata guerra fredda, ormai. Come scrivevamo nei giorni scorsi, Meloni sa di poter contare, per le riforme costituzionali, su di un alleato: Matteo Renzi, che, peraltro, è stato il kingmaker del primo mandato di Mattarella, e che pure ha sempre avuto il pallino del premierato nella sua breve esperienza di presidente del Consiglio. Se la riforma dovesse riuscire davvero e Mattarella si dovesse trovare in una situazione di mera rappresentanza e senza poteri di veto o di indirizzo, e dunque dovesse dimettersi, le mosse sono già pronte. (Continua a leggere dopo la foto)
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Già pronte le prossime mosse
Secondo le indiscrezioni raccolte da Il Giornale d’Italia, Giorgia Meloni vedrebbe bene al Quirinale Marcello Pera, l’ex presidente del Senato, mentre Renzi punterebbe su una figura più accomodante, ovvero l’eterno Pier Ferdinando Casini.
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