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Bollette, la nuova trappola. Parte il “mercato libero” e a rimetterci sono ancora gli italiani. Ecco come e perché

Pubblicato il 17/05/2023 21:56 - Aggiornato il 19/05/2023 13:12

Mancano pochi mesi alla fatidica data del 10 gennaio 2024, quando ben nove milioni di famiglie saranno, di fatto, costrette a cambiare il proprio operatore, tanto per l’elettricità quanto per il gas, e se non procederanno autonomamente alla scelta dell’operatore del mercato libero cui affidarsi, le rispettive utenze finiranno all’asta. Addio, dunque, al mercato tutelato, le tariffe saranno fissate da aste (al ribasso). È un bene, come dicono? Non è affatto detto sia così, anzi: già nella relazione annuale 2020 presentata alle Camere da Arera (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) su elettricità, gas, acqua, rifiuti, il presidente Stefano Besseghini scriveva: “Nel 2019 i clienti domestici hanno pagato mediamente il 26% in più sul libero mercato per l’approvvigionamento dell’energia elettrica”, precisamente perché la tariffa non è fissa, nel mercato libero, ma fluttua in base a parametri esogeni. In particolare, il prezzo del gas, al quale è agganciato il costo dell’elettricità, è ultimamente assai volatile per ovvie ragioni geopolitiche (ma soprattutto per la speculazione finanziaria). Il meccanismo delle aste è stato già usato per le piccole imprese. La scadenza del 10 gennaio 2024, invero, configura già una proroga, giacché la misura doveva inizialmente entrare in vigore in questo 2023; ora il decreto ministeriale che disciplina questo passaggio è in discussione alla Camera dei deputati. Le aste, prevede il decreto, saranno svolte a livello territoriale: l’Autorità Antitrust ha chiesto che il bacino non sia superiore a 200mila utenti). Nessun operatore potrà “accaparrarsi” più del 35% del totale dei territori, come puntualizza Il Messaggero. (Continua a leggere dopo la foto)
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bollette mercato tutelato cambia

Tuttavia: “C’è il rischio che milioni di famiglie saranno senza un operatore che voglia far firmare loro un contratto”, spiega Luigi Gabriele, presidente di Consumerismo. E, così facendo, ricadranno nel regime di ultima istanza di Arera, in cui i costi sono maggiorati. Già nel 2021 Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori, aveva messo in guardia i consumatori sul fatto che il mercato libero non fosse più vantaggioso di quello tutelato: “Il 90,18% di offerte del gas del mercato libero sono più care di quelle a maggior tutela”, mentre nella luce arrivano persino al 95,28%. Inoltre, per i clienti domestici, solo il 10% delle offerte circa il gas e il 5% per l’energia elettrica sono più convenienti all’interno del mercato libero. Ancora, vi è anche un altro problema, e riguarda gli oltre quattro milioni di italiani che sono stati truffati: sul mercato libero si registra, infatti, un exploit delle attivazioni di contratti non richiesti. Lo schema tipico, cui si riferisce Il Messaggero, individuato dal portale Facile.it e dalla associazione Consumerismo No Profit, è quello della telefonata del presunto operatore di luce o di gas che già fornisce il servizio e che chiede il numero di Pod, il codice alfanumerico che identifica la fornitura. Codice che il gestore dovrebbe conoscere, ovviamente. (Continua a leggere dopo la foto)
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Eppure in tanti ci sono cascati e in un anno sono stati stimati danni per 1,2 miliardi, segnando un aumento del 28% rispetto allo scorso anno. Accanto ai finti call center, c’è anche la più tradizionale truffa porta a porta. Facile.it e Consumerismo hanno lanciato il progetto Stopalletruffe.it, un sito dove trovare gli strumenti per riconoscere i rischi ed evitare di cadere in trappola.

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