C’è un’Italia che, nel silenzio generale di quasi tutta la politica, rischia pericolosamente di continuare a sfaldarsi, perdendo pezzi preziosi della propria identità. Con i centri delle grandi città sempre più in mano a multinazionali e grandi fondi, quelli che edificano grattacieli di lusso e abbandonano le periferie al loro destino, e con gli altri Stati che continuano a guardare in casa nostra pronti ad approfittare di ogni occasione: i cinesi pronti a fregarci le sementi dell’azienda cesenate Verisem, eccellenza assoluta nel settore, mentre i francesi colonizzano indisturbati la nostra borsa. Per fortuna, però, c’è ancora qualcuno che resiste.
Non può che far piacere, in queste ore, la determinazione con cui i Maneskin stanno affrontando il palco dell’Eurovision Song Contest, dopo aver conquistato quello di Sanremo. Suonando il brano “Zitti e Buoni”, quello che ha permesso loro di spopolare all’Ariston, senza ricorrere ai sottotitoli. Italiani duri e puri, senza compromessi, convinti di poter conquistare il pubblico con la loro grinta contagiosa. E considerati addirittura tra i favoriti per la vittoria finale dai bookmakers.
Un bel risultato, insomma, per una band di ragazzi poco più che ventenni che si è lanciata in un genere, il rock, che in Italia fatica a sfondare. Felici di poter rappresentare l’Italia, come raccontato alle pagine di Leggo, senza ossessioni per la vittoria né voglia di rivalsa verso certa critica: “Non abbiamo bisogno di una vittoria esterna di zittire le voci, sono polemiche sterili fondati su pregiudizi perché abbiamo partecipato ad un talent. Se ascoltate il nostro album la musica parla chiaro, non abbiamo bisogno di vincere per essere credibili. Noi saremo felici di vincere per una risonanza internazionale nostra con un pubblico che non ci conosce, e poi avere l’onore di rappresentare l’Italia e portare l’Eurovision nel nostro Paese sarebbe un’emozione grandissima e una grande soddisfazione”.
Una volta che l’esperienza dell’Eurovision sarà alle spalle, però, sarà la volta di tornare sui palchi d’Italia, dove i Maneskini presenteranno l’album “Teatro d’ira – Vol. I” attraverso un tour di undici date: “Il pubblico ci è mancato tantissimo, avere l’occasione di suonare davanti a tantissime persone, 3.500 , era una cosa che non facevamo davvero da tanto tempo per ovvi motivi. Abbiamo visto le espressioni delle persone che stavano lì intorno a noi e c’era mancato tanto. Per i prossimi palazzetti ci saranno tante sorprese, poi il nostro disco ai live prenderà davvero vita”.
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