Non si fa a tempo a commentare un post, un messaggio, una dichiarazione della signora/dottoressa Maria Rosaria Boccia, che il refresh regala altre rivelazioni. Una gran telenovela alimentata dalla sinistra e dai media che chiedono nuove puntate.
L’oggetto più pregiato è anche il più misterioso: le chat, i messaggini, i segreti. “Dobbiamo sapere”, tuona la sinistra. “Non si può nascondere nulla, deve uscire tutto”, rincarano i giornali dell’opposizione mediatica. Sapete che vi dico? Giusto, nulla sia nascosto, tutto sia messo sul tavolo: gli italiani devono sapere quel che la Boccia sa. Ma sì, piena trasparenza sui segreti di Stato custoditi da Sangiuliano. E qui – come ha fatto il buon Cacciari, saggio brontolone – uno si domanda: ma quali misteri e segreti poteva sapere uno come Sangiuliano? Boh. Ma fingiamo che l’ex ministro sapesse; ergo: sia fatta chiarezza.
A questo punto, presi dalla frenesia di voler sapere e di voler conoscere i segreti, le manovre, magari le trame in odor di ricatto o qualcosa di simile, potremmo anche domandare qualcosa sulle modalità di acquisto dei vaccini… O no? O quello infastidisce la sinistra e i giornali della trasparenza a giorni alterni?
Sia chiaro, non è una provocazione, la mia: è un dato di fatto che rimanda a una linearità di comportamento. Non si può infatti rivendicare la trasparenza sulla Boccia e non sulle trattative circa i contratti miliardari con Big Pharma,. “Lì eravamo in emergenza sanitaria”, qualcuno potrebbe dirmi. Sì, e oggi siamo in emergenza “sicurezza nazionale”, o almeno così finora è stato detto. Abbiamo scherzato? Non ci sono in ballo la sicurezza, il G7, la ricattabilità di apparati dello Stato? Sono intere settimane che leggiamo, discutiamo, ci indigniamo ferocemente su questo; ergo, allo stesso modo, è giusto che si faccia luce sul perché la Von Der Leyen impedisca trasparenza e chiarezza sulla negoziazione e sulle persone coinvolte. Giusto per rinfrescarci la memoria: la presidente guidò direttamente le trattative con le case farmaceutiche e soprattutto con Pfizer, col quale amministratore delegato Albert Bourla ebbe uno scambio intenso di mail e di messaggi. Insomma una chat, che però non si trova più: sparita, cancellata. “Messaggi di natura effimeri” rispose la commissaria europea alla trasparenza (sic). Una risposta ritenuta non soddisfacente dal New York Times che si vide negare l’accesso agli atti e pertanto ha portato in tribunale la Von Der Leyen e la Commissione. Per lo stesso motivo – cioé mancata trasparenza – la Von Der Leyen è già stata condannata dalla Corte Ue. In poche parole, non ci è dato conoscere l’andamento delle trattative per l’acquisto di miliardi di dosi e dipanare – tra l’altro – le voci di un coinvolgimento del marito della presidente, il dottor Heiko, il quale al tempo delle trattative era direttore medico di Orgenesis Inc., una società che collaborava con Pfizer-Biontech anche sui vaccini mRNA. Della Boccia sappiamo tutto, del resto no.