Chi lo avrebbe mai detto. Soltanto qualche mese fa l’Italia era costretta a sorbirsi il patetico teatrino della canzone di Natale rivisitata in tema “sì vax” interpretata dai più noti televirologi. Ma oggi il terrorismo mediatico a reti unificate ha stancato tutti, e in tempi di crisi energetica alcuni dei maggiori fautori della divulgazione della narrazione unica hanno deciso di cambiare rotta, consapevoli del fatto che la gente non è più disposta a stare a sentire le loro illazioni mai azzeccate su quanti milioni di morti avremo durante la prossima ondata.
(Continua a leggere dopo la foto)
Ora che il Covid è pressoché domato – parola dell’Oms – è quasi comico vedere come il dibattito “scientifico” perseveri in alcune schermaglie fra chi, fino a poco tempo fa, ripeteva all’unisono certi concetti nei più noti salotti televisivi. Nel caso specifico parliamo di Matteo Bassetti che va contro Roberto Burioni: “Non terrorizziamo gli italiani su Omicron 4 e 5“. L’infettivologo di Genova che “redarguisce” il virologo di Milano sulla sua ultima analisi su Twitter in ordine ad uno studio giapponese. Se non sapessimo chi sono entrambi potremo quasi goderci la scena. Matteo Bassetti ha riferito all’Adnkronos che: “Bisogna stare molto attenti a prendere uno studio o a interpretare un dato e terrorizzare le persone: che le varianti Ba.4 e Ba.5 siano più contagiose è un dato di fatto e non c’era bisogno di nuovi studi, sul grado di maggior aggressività patogenica ho molto dubbi che mi vengono dall’osservazione clinica”.
(Continua a leggere dopo la foto)
Dunque, alla fine il direttore della Clinica di malattie infettive del policlinico San Martino di Genova replica in malo modo al virologo Roberto Burioni ed alle sue “brutte notizie” su Ba.4 e Ba.5 perché “purtroppo è prevedibile anche una maggiore patogenicità“. Bassetti infatti ha spiegato che: “Questa estate abbiamo avuto molti pazienti con queste varianti Omicron, sia ricoverati in reparto per problemi diversi dal Covid sia seguiti a domicilio, io non mi sono accorto di una maggiore gravità. Non credo che sia corretto dire che Omicron 4 e 5 abbiano una maggiore patogenicità di Omicron 1 e 2“. E in chiosa: “Un lavoro pubblicato sul ‘Nejm’ dice che in pratica la vaccinazione con due-tre dosi è in grado di dare una ottima protezione, tuttavia con le nuove varianti sono necessarie i vaccini aggiornati”. Soltanto una cosa continua a mettere d’accordo tutti gli “esperti” del settore: la necessità di dover continuare a sforacchiare le braccia degli italiani.
Potrebbe interessarti anche: Si ferma l’acqua minerale (italiana) più famosa al mondo. Un altro pezzo del made in Italy va in crisi