“Hanno usato le donne incinte in assenza di dati concreti”. Così, nel suo intervento, il dottor Giovanni Frajese: lo ha detto in qualità di relatore in un evento di importanza epocale, l’International Covid Summit vissuto a Bruxelles da ieri sino a domani 4 maggio, pur se ignorato dalla stampa mainstream. Evento che, nonostante si svolgesse nella sede del Parlamento europeo e dinanzi a decine di eurodeputati, è stato di fatto boicottato da Ursula von Der Lyen o da altri membri della Commissione. Nell’incontro, che vede tra i promotori la parlamentare europea Francesca Donato, nella giornata di oggi è dunque intervenuto Giovanni Frajese, il noto endocrinologo spesso censurato per le sue posizioni, le quali, a differenza di altre, sono sempre state supportate da solide fondamenta scientifiche. Parte proprio dai dati del VAERS (Vaccine Adverse Event Reporting System), l’ente americano preposto all’osservazione degli effetti avversi da farmaci, la sua argmoentazione: le statistiche hanno evidenziato ben 2.433 decessi fetali registrati in donne alle quali era stato iniettato uno dei farmaci anti-Covid, una tendenza in nettissimo aumento rispetto al recente passato. Un dato che fa dire a Frajese che “Hanno trasformato le donne incinte o nella fase di allattamento in cavie”. Gli acidi Rna, infatti, “si accumulano nelle ovaie”. Per non parlare del numero di decessi di neonati partoriti da donne vaccinate. Giovanni Frajese, coadiuvato nelle ricerche sui vaccini in gravidanza dal farmacologo Marco Cosentino, è tornato anche sul corto circuito semantico, per cui la definizione di “terapia genica” diventa “vaccino” sul sito dell’Ema, l’Agenzia europea del farmaco, e parla dunque, a buon diritto, di scelte “politiche”, piuttosto che scientifiche. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ancora: il portale del CDC (Centers for Disease Control and Prevention) ha modificato la precedente definizione di “immunizzazione”, che diviene così “protezione”. Pensiamo anche al nuovo Trattato Pandemico proposto dall’OMS, in cui spariscono parole che nel precedente documento del 2005 erano invece presenti: era scritto che le compilazioni avvenivano “Con il pieno rispetto della dignità, dei diritti umani e delle libertà fondamentali delle persone”. Questa frase non c’è più, come fece notare già nelle scorse settimane lo stesso dottor Frajese. Non sono dettagli. I tre giorni di congresso a Bruxelles vedono riunirsi medici e scienziati da tutto il mondo per discutere fra loro e presentare ufficialmente i risultati dei loro studi e analisi sul tema, ampio e complesso del Covid. Voci fuori dal coro del pensiero unico. “Questo congresso sicuramente farà discutere, in particolare da parte della solita stampa”, ha detto Frajese, il quale ha aggiunto: “Se però si è disposti ad ascoltare e vedere che le persone le cose non le inventano, ma le sostengono con dati scientifici, penso che un passo alla volta la lunga strada per la verità proseguirà”. Il video dell’intervento di Frajese può essere visualizzato sul portale Byoblu. (Continua a leggere dopo la foto)
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Con Frajese, tra i relatori italiani anche Andrea Stramezzi, Ciro Isisdoro, Giuseppe Tritto, Giovanni Meledandri, Rosanna Chifari e Renate Holzeisen. Inediti gli argomenti trattati, in una sede talmente simbolica: il dottor Louis Fouche ha approfondito gli effetti degli obblighi di indossare mascherine e altre restrizioni; Robert Malone, tra gli scopritori della tecnologia mRNA, è tornato sulle posizioni di cui abbiamo già scritto; Renate Holzeisen, sull’assoluta opacità dell’EMA circa i permessi sui vaccini.
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