Mentre l’inchiesta della Procura di Bergamo sforna di giorno in giorno nuovi dettagli sulla folle gestione a livello politico della prima ondata Covid in Italia – e noi diciamo non solo sulla prima ondata, ma in generale – appare sempre più evidente che ci siano delle responsabilità che non possono restare impunite. Oltre al discorso legato alla mancata istituzione della zona rossa, c’è il tema del protocollo varato da Speranza su “paracetamolo e vigile attesa” che è sotto la lente d’ingrandimento di inquirenti, commissione parlamentare e esperti indipendenti per capire quante morti si sarebbero potute evitare con le cure domiciliari e con antinfiammatori e antivirali. E a tal proposito risulta di fondamentale importanza la recente pubblicazione della rivista scientifica britannica BioMed che rafforza i dubbi sulla gestione di Conte e Speranza dell’emergenza Covid. Lo studio, a firma di due medici italiani, Serafino Fazio, già Professore di Medicina Interna all’Università Federico II di Napoli, e Paolo Bellavite, già Professore di Patologia Generale all’Università di Verona, conferma appunto che l’utilizzo precoce di una semplice terapia a base di farmaci antinfiammatori avrebbe potuto ridurre fino a 10 volte il sovraccarico ospedaliero dei primi due anni di pandemia e, molto probabilmente, anche migliaia di decessi. (Continua a leggere dopo la foto)
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Si legge nell’abstract del lavoro di Fazio e Bellavite pubblicato su BioMed: “Recentemente, in Italia, è stato rilasciato un diagramma di flusso che deve essere utilizzato dai Medici di Medicina Generale per il trattamento domiciliare dei pazienti con COVID-19. Afferma che il trattamento domiciliare precoce per l’infezione da SARS-CoV-2 è possibile grazie alla disponibilità di specifici farmaci antivirali da utilizzare nei pazienti a rischio e che i farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) hanno un’importante funzione nella lotta al virus. Pertanto, l’uso dei FANS non è solo razionale ma anche efficace nei casi che non possono essere trattati con antivirali. Questi concetti apparentemente semplici sono stati applicati in Italia dall’inizio della pandemia dai medici che appartengono a gruppi italiani creati per aiutare i pazienti COVID-19 precocemente a casa, in un momento di difficoltà organizzative all’interno delle istituzioni sanitarie e del governo italiano”. Conte e Speranza, però, boicottavano le cure domiciliari e i medici che le effettuavano. Molti di loro, per aver salvato vite, sono stati addirittura sospesi dall’Ordine dei medici perché non seguivano il protocollo. (Continua a leggere dopo la foto)
Gli scienziati: “Boicottato da Ministero e istituzioni sanitarie”
Scrivono Fazio e Bellavite su BioMed: “Tuttavia, questo approccio è stato ampiamente boicottato sia dal Ministero della Salute italiano che dalle istituzioni mediche, che hanno suggerito principalmente l’uso del paracetamolo come sintomatico e un approccio attendista per i primi tre giorni dall’insorgenza dei sintomi. In questo articolo, analizziamo il razionale per l’uso dei FANS e, in particolare, l’approccio multi-target che include l’indometacina in sinergia con i flavonoidi e l’aspirina a basso dosaggio, come trattamento precoce a domicilio dei pazienti con COVID-19. Applicare fin dall’inizio questi semplici concetti avrebbe potuto ridurre l’elevata letalità della malattia durante i primi due anni di pandemia e prevenire il sovraccarico ospedaliero. In prospettiva, è ancora necessario affrontare sistematicamente il confronto tra diversi approcci terapeutici a questa malattia virale su base sperimentale”. Cosa diranno ora Conte, Speranza e tutta la pletora di loro televirologi sulle cure domiciliari e sul protocollo ministeriale?
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