La transizione di genere è un passaggio delicato e bisogna fare particolare attenzione alle richieste dei bambini, evitando di assecondare quelle che potrebbero essere delle semplici fantasie. A dirlo è lo scrittore e psichiatra Paolo Crepet, che ha analizzato attraverso le pagine della testata Pro Vita & Famiglia alcuni aspetti della società contemporanea molto discussi negli ultimi mesi. Partendo proprio dai più piccoli: “I bambini sono più complessi oggi di ieri e sviluppano in maniera precoce idee e fantasie non solo appartenenti al loro mondo circoscritto. Noi grandi abbiamo messo loro in mano i mezzi della tecnologia per poterlo fare. Le aziende tecnologiche, poi, in tutti questi anni hanno deciso di mettere in mano loro qualcosa che li indirizza“. (Continua a legere dopo la foto)
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“Oggi ci svegliamo – ha aggiunto Crepet – e improvvisamente ci poniamo i dubbi di cosa stia succedendo e se ciò sia pericoloso. C’è modo di riparare? Sì. Il rischio però è sempre quello di minimizzare il problema perché sembra che i casi ad oggi siano pochi. Va bene, ma domani? Non possiamo sapere domani quanto il fenomeno si diffonderà. Il rischio in effetti è l’aumento vertiginoso dei casi perché vertiginosa è la campagna propagandista in atto”. (Continua a leggere dopo la foto)

Secondo Crepet, “la responsabilità principale è dei genitori. Le mamme e i papà devono essere uniti nella lotta: non basta essere uniti solo nell’attenzione al cibo o a cose simili che, per carità, sono questioni legittime ma che spesso mettono in secondo piano altro. Io credo, infatti, che dobbiamo mettere la stessa attenzione a ciò che inquina l’anima. La possibilità di accedere a qualsiasi cosa oggi crea scombussolamento. A tutte le età”. (Continua a leggere dopo la foto)

Crepet ha poi ragionato sull’identità di genere: “Devo smentire sia chi pensa che esista l’omosessualità e basta sia chi pensa che esista l’eterosessualità e basta. Ma ci devono dire, coloro che portano avanti senza se e senza ma questa teoria, se qualcuno ritiene che una tendenza sessuale sia geneticamente connotata. Ad ogni modo quello che trovo assurdo è che i genitori in accordo con un professionista vadano ad assecondare queste fantasie dei bambini. Non va assecondato: il bambino non è immagine sacra, è una persona che dice una fantasia. Ma da qui a dire di fasciargli il seno e dare ormoni ce ne passa. Che poi da adulti magari ci si ritrova a fare i conti con gli effetti collaterali o con la volontà di cambiare idea, perché la vita sessuale è in continua evoluzione”.
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