Dopo due anni di terrorismo psicologico a suon di bollettini giornalieri sul Covid siamo, nostro malgrado, abituati a sentire cifre sbandierate come se fossimo in stato di guerra. Questi controversi strumenti fanno ormai parte della nostra quotidianità, grazie all’incessante pressione del Governo sul martellamento mediatico di giornali e programmi televisivi. Sulla voce “decessi”, però, sono molte le controversie che negli ultimi due anni hanno tenuto banco tra gli analisti “laici”, ovvero quelli non assoggettati al consacrato dogma della narrazione unica.
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I conti nei bollettini non tornano
Sono mesi che i decessi per covid nei bollettini non scendono mai sotto le cento unità, questo nonostante l’emergenza sanitaria sia terminata, le terapie intensive covid siano pressoché deserte (4% in data odierna), e il mondo sia ormai tornato ad una precaria normalità. Ecco che allora diventa lecito domandarsi se, effettivamente, i decessi registrati nei bollettini siano causati realmente da nuovi malati di polmonite bilaterale Covid o meno. Insomma, la solita questione che angustia le menti dei più curiosi: questo morti sono DI covid o CON covid?
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I tamponi d’accesso negli ospedali
Il nodo è sempre lo stesso: non sono i veri malati Covid il problema, ma quei positivi, spesso asintomatici, che finiscono in ospedale per altre patologie come infarti, ictus, tumori, traumi ortopedici ecc, i quali però risultano positivi ai tamponi di accesso negli ospedali, finendo inesorabilmente nei reparti Covid, senza nemmeno ricevere un’adeguata assistenza. Ecco che allora accade che alcuni di loro, specialmente gli anziani, nel frattempo decedono in corsia a causa delle loro patologie originarie, ma siccome erano ancora positivi, vengono inseriti nel famigerato conteggio dei morti Covid.
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Un’anomalia comprovata
Non si tratta di mere teorie complottiste o ipotesi campate in aria. Come riportato dal Quotidiano di Sicilia, infatti, questa è un’anomalia del tutto comprovata, basata su una verifica reale sul campo condotta da molti esperti, tra cui i direttori dei dipartimenti di Malattie infettive del Cannizzaro e del Garibaldi Nesima, Carmelo Iacobello e Bruno Cacopardo. I dirigenti invitano, infatti, a fare chiarezza, queste le parole di Iacobello: «Le dico che la stragrande maggioranza delle morti che si registrano in queste settimane negli ospedali non è causata da patologie correlate col Covid, ma da altre malattie. Si tratta spesso di pazienti anziani che quando risultano positivi stentano a tornare negativi e quindi rimangono nei reparti Covid. Durante la loro degenza, però, decedono a causa delle loro malattie, ma vengono conteggiati tra i deceduti da Covid. Si tratta di una anomalia che andrebbe corretta per fornire una realtà della pandemia completamente differente da quella che viene rappresentata oggi».
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La falla nel conteggio
Ma non è finita qui. Il direttore di dipartimento del succitato Garibaldi, prof. Bruno Cacopardo, si è sbilanciato ancora di più, dichiarando che: «Su 100 deceduti catalogati come Covid forse soltanto due sono morti davvero per il virus. Quindi il bollettino veritiero giornaliero dovrebbe indicare tot positivi, tot ricoveri, due decessi». Il docente dell’università catanese cerca poi di spiegare dove sta tecnicamente la “falla”: «La mortalità dei pazienti per patologie diverse è divisa in due varianti: c’è la mortalità cosiddetta “cruda” che è quando si muore non per la malattia per cui si è affetto, ma per altre condizioni o eventi, come un soggetto malato di tumore che muore investito da un’auto. E poi c’è una mortalità che si chiama “attribuibile”, che è invece collegata direttamente alla patologia. Cioè il soggetto è morto della patologia cui era affetto. Ora – continua Cacopardo – se io voglio dare il numero esatto di morti Covid, ma do un numero di morti totale che include anche i decessi per mortalità “cruda” avrò una immagine falsata. Se io, al contrario, voglio dare il giusto numero di decessi Covid dovrei dare solo il dato delle cosiddette morti “attribuibili”».
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Dati falsati?
Tutto chiaro? Sembra di sì. Dalle parole dei due esperti infettivologi sembra proprio che il numero di morti attribuite quotidianamente al Covid sia del tutto falsato, poiché il dato dei decessi contiene anche quelle morti che vengono causate da patologie che nulla hanno a che vedere con il covid stesso. Teniamo bene a mente le parole di questi esperti quando, dalle virostar da salotto e dal Ministro Speranza, sentiamo dire che «Abbiamo ancora molti decessi! La pandemia non è finita! Bisogna stare attenti! Ci vuole prudenza!». Dalle parole dei due dirigenti si evince che il numero morti di ogni dannato bollettino può essere serenamente scremato di un buon 98% circa, cifra più, cifra meno. Come al solito la manipolazione dei dati torna utile agli scopi politici di chi ci vuole tenere perennemente in gabbia.
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