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Miocarditi e covid, uno studio smentisce le bugie dei talebani del vaccino. Come ci hanno ingannato

Pubblicato il 17/06/2022 10:35

Abbiamo sentito parlare spesso, in questi mesi difficili a causa dell’esplosione della pandemia, del cosiddetto “Long Covid”, gli effetti a lungo termine che i pazienti colpiti dal virus si trascinano dietro. Strascichi a volte anche molto pesanti e che anche i vaccinati si trascinano dietro, come confermato di recente dalle preoccupazioni del ministro Roberto Speranza e del suo consulente Walter Ricciardi: tra i possibili postumi, gli esperti avevano indicato anche miocarditi e pericarditi, soprattutto nei soggetti giovani e di sesso maschile. Un nuovo studio, però, sembra smentire completamente questa versione.

Stando a una ricerca israeliana pubblicata sul Journal of clinical medicine, nei guariti dal Covid non sarebbe stato infatti riscontrato nessun aumento dell’incidenza di quelle infiammazioni dei muscoli del cuore. I ricercatori di Gerusalemme, Tel Aviv e Ramat Gan hanno esaminato 196.992 adulti contagiati tra marzo 2020 e gennaio 2021, seguendoli fino a febbrario 2022. Successivamente hanno utilizzato un gruppo di controllo composto da 590.976 persone che avessero ricevuto almeno un test negativo e nessun tampone positivo, ovvero che non si erano mai infettate.

Il risultato della ricerca è stato sorprendente: nei soggetti colpiti dal Covid l’incidenza di miocarditi e pericarditi è stata rispettivamente dello 0,0046% e dello 0,0056%. Numeri decisamente trascurabili. Come sintetizzato da Alessandro Rico sulle pagine della Verità, “lo studio non dimostra comunque che il Covid non provoca miocarditi. Bisogna distinguere tra la fase acuta dell’infezione e il periodo che segue la guarigione. Che la patologia possa coinvolgere anche miocardio e pericardio è ormai provato ed è il motivo per cui sintomi analoghi si sono manifestati in seguito alle vaccinazioni” visto che il farmaco “mima gli effetti del virus sull’organismo. Semmai è sul lasso temporale che accompagna la guarigione che non si avevano ancora evidenze”.

La ricerca israeliana ha scoperto che statisticamente non ci sono differenze nel tasso di incidenza di miocarditi e pericarditi tra i soggetti che stavano uscendo dal Covid, benché non vaccinati, e il gruppo di controllo. Un passaggio non banale, perché distrugge un altro totem dei tifosi della vaccinazione obbligatoria: ai giovani era stato raccontato spesso quanto importanti fossero le somministrazioni per proteggere dal “Long Covid”, tesi che alla luce di questi risultati è completamente sballata. Gli infettati non vaccinati “non sembrano suscettibili a una delle manifestazioni ritenute più preoccupanti del Long Covid”. La scoperta, insomma, dell’ennesimo inganno portato avanti per convincere i cittadini a sottoporsi all’inoculazione senza fare troppe storie.

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