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“Bufera in arrivo”. L’Europa prepara la nuova stangate sulle case degli italiani: cosa stanno facendo

Pubblicato il 24/11/2022 10:34 - Aggiornato il 24/11/2022 10:35

Mentre faticosamente il governo le prova tutte per alleggerire un po’ gli italiani del gravoso carico che hanno su di loro per il post-pandemia e per le conseguenze delle scellerate sanzioni imposte all’Ucraina (e che si stanno rivelando come sanzioni all’Italia, visti i prezzi di carburanti e energia), Bruxelles rema contro. Come sempre. E prepara una nuova bufera da far abbattere sulle case degli italiani. Vuole, infatti, imporre nuovi standard energetici a tutto il patrimonio edilizio Ue entro il 2033. Cosa vuol dire? A spiegarlo è La Verità: “In Italia quasi l’80% delle abitazioni è a rischio perché si troverebbe fuorilegge con gravi conseguenze sul valore degli immobili e sul sistema bancario”. A innescare questa bomba potrebbe essere la Direttiva UE sulla prestazione energetica nell’edilizia, che dopo il primo passaggio in Commissione e Consiglio è ora in discussione al Parlamento Europeo, dove dovrebbe essere votata tra gennaio e febbraio 2023. “Se non verrà modificata, la nuova normativa prevede che entro il 2033, cioè tra 11 anni, l’intero patrimonio edilizio Ue dovrà avere almeno la classe energetica D (ma secondo una bozza che circola a Strasburgo l’Europarlamento potrebbe spostare il limite alla classe C), con l’obiettivo di portare tutti gli immobili alla classe A (zero emissioni) entro il 2050”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il problema è che la stragrande maggioranza delle case già esistenti si trova nelle classi energetiche inferiori. “Per rimanere all’Italia, secondo le ultime stime del 2021, infatti, il 35,7% degli edifici si trova in classe G (si tratta di 12.589.760 alloggi), il 25,3% in classe F (8.922.155 alloggi) e il 16,9% (5.959.858 alloggi) è in classe E”. Tra 11 anni, quindi, senza un piano gigantesco di ristrutturazione energetica, già in Italia “oltre il 77% del patrimonio immobiliare potrebbe trovarsi fuorilegge il che abbatterebbe immediatamente il suo valore di mercato. L’effetto sarebbe immediato per le compravendite, dato che al notaio è obbligatorio presentare l’Ape (attestato di prestazione energetica), ma anche il mercato delle locazioni, quelle non in nero s’intende, potrebbe essere drasticamente ridimensionato dalle nuove normative visto che l’Ape va allegata anche ai contratti d’affitto”. (Continua a leggere dopo la foto)

E non è finita qui. “La tagliola della classe energetica potrebbe scattare perfino sui mutui e i prestiti in essere che hanno un immobile come garanzia, perché se crolla il valore di quest’ultimo anche la garanzia sarà ridimensionata, con effetti a cascata che potranno colpire persino le banche. Queste ultime, del resto, sarebbero coinvolte, perché l’erogazione dei mutui futuri inevitabilmente si restringerà alle sole compravendite di immobili di classe energetica elevata. Una certa preoccupazione a questo riguardo, infatti, è stata espressa durante un recente seminario organizzato a Firenze dall’Abi, l’Associazione bancaria”. Del resto si sa che in Italia intorno alle case si muove quasi tutta la nostra economia. (Continua a leggere dopo la foto)

Per capire le dimensioni di che cosa c’è in ballo con queste nuove regole europee, basta guardare gli ultimi dati Istat (dati 2021) secondo cui “18,2 milioni di famiglie, pari al 70,8% del totale sono proprietarie delle case in cui vivono, e di queste il 12,8% del totale (circa 3,3 milioni di famiglie) pagano un mutuo, per una cifra media superiore ai 500 euro al mese”. Conclude La Verità: “Se si mettono insieme le varie stime tra patrimonio immobiliare al di sotto della fascia minima di valutazione energetica ora in discussione (quasi l’80% del totale), numero di famiglie proprietari di immobili (sia come abitazione sia come fonte di rendita), numero di famiglie che pagano un mutuo e durata media dei mutui stessi, è evidente che una grande bufera incombe in tutta Europa sui risparmiatori”.

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