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Altri guai per Bonafede: il caso della spia russa che mette in crisi l’Italia e gli Usa

Pubblicato il 27/07/2020 10:24

Usa e Russia stanno combattendo una nuova Guerra Fredda. Washington e Mosca sono ai ferri corti, e a causa di una spy story degna dei migliori film di 007 si stanno combattendo a colpi di domande di estradizione e imputati contesi. E in mezzo a questo scontro c’è finito un italiano, “usato come cavallo di Troia da un magnate russo per rubare segreti aeronautici a un gigante tecnologico americano”, come spiega in un dettagliatissimo pezzo sulla questione Floriana Bulfon. Ma non è tutto, perché tra Usa, Russia e l’italiano, spunta anche il nome del ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, il quale dovrà decidere se e con chi stare. Ma facciamo chiarezza e procediamo con ordine.

Tutto inizia un venerdì di fine agosto dell’anno scorso. In tarda mattinata all’aeroporto di Capodichino atterra da Mosca una coppia di turisti. Ma il passaporto dell’uomo fa lampeggiare l’alert sui monitor della polizia di frontiera: contro di lui c’è un mandato di cattura internazionale, diffuso dalla sezione controspionaggio dell’Fbi. “Lui è il direttore dello sviluppo aziendale di Odk, conosciuta anche come United Engine Corporation, società della Federazione russa specializzata nella progettazione e produzione di motori per l’aviazione militare e civile. Fa parte del colosso statale delle armi Rosetec, che possiede la fabbrica dei kalashnikov, quella di tutti gli elicotteri da combattimento e degli strumenti da guerra elettronica, la punta avanzata dell’hitech russo e la fucina delle esportazioni più ricche”.

Non sorprende quindi che l’uomo, Korshunov è il suo nome, non sia “solo” un manager: si è formato nel Svr, i servizi se-greti esteri, ha un passato come diplomatico ed è stato insignito persino della medaglia ‘per merito della patria’. L’Fbi gli stava dietro da sei anni. “Lo accusa – si legge nell’articolo di Bulfon pubblicato da L’Espresso – di aver rubato documenti preziosi alla General Electric Aviation, il più importante produttore di motori per aerei: il tribunale dell’Ohio parla di ‘cospirazione al fine di sottrarre segreti industriali’. Secondo l’Fbi, i russi avrebbero usando l’antica arte dello spionaggio. Korshunov avrebbe messo gli occhi sulla General Electric Aviation System e sulla controllata italiana Avio Aero – 4mila addetti tra Rivalta di Torino, Brindisi e quella Pomigliano d’Arco, collegio elettorale di Luigi Di Maio – per ottenere un sistema fondamentale: il riduttore che trasmette la potenza del motore alle eliche”.

Così avrebbe agganciato un professionista italiano, Maurizio Paolo Bianchi, “sessantenne abruzzese ex dirigente di Avio con entrature nei mercati cinesi e russo. Bianchi non ha difficoltà a reclutare progettisti. Il denaro per convincerli non è un problema. Così – secondo l’accusa – la missione è compiuta, il segreto violato. Sei anni di indagini riassunte in una deposizione giurata dell’agente speciale Michael Runners che ha raccolto prove, mail, ricostruito incontri, contatti e le confessioni di alcuni tecnici indicati in forma anonima ‘dipendente 1, 2, 3’. Qualche giorno dopo l’arresto di Korshunov, in Italia si insedia il governo Conte II”.

Putin è infuriato e minaccia “ripercussioni sui rapporti bilaterali”. A sbrogliare la situazione ora ci sono i neoministri degli Esteri e della Giustizia Di Maio e Bonafede. Per Putin l’Italia sta aiutando gli Usa in questa nuova guerra contro la Russia. Mosca vuole dunque che Roma neghi l’estradizione negli Usa: “Lì Korshunov rischia dieci anni di carcere. Bianchi corre il rischio è di finire in un carcere Usa a scontare una pena esemplare, mentre in Italia se la caverebbe al massimo con due anni di reclusione. Per il russo i giudici hanno stabilito che non ci sono ragioni per negare l’estradizione negli Usa: la Cassazione ha rimandato la decisione al ministro della Giustizia Bonafede”.

La parola fine spetta al governo italiano, con Bonafede stretto tra due fuochi: quello russo e quelle americano. Conclude Bulfon: “La Casa Bianca attende il verdetto come una prova di fedeltà atlantica. La scelta del premier Conte di invitare una missione militare di soccorso russa contro il Covid, diventata uno strumento di propaganda mondiale contro gli Usa, non è stata dimenticata: siamo stati l’unico Paese a chiedere aiuto al Cremlino e non alla Nato”. Da che parte sta l’Italia? Bonafede ha strumenti e capacità per gestire questa delicatissima situazione?

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