L’Italia è sicuramente uno dei Paesi che ha subito più restrizioni, vessazioni, imposizioni, soprusi ed obblighi al mondo. Ma tutti questi sacrifici imposti ad un popolo che non trova pace da inizio secolo, data nefasta in cui l’euro è entrato nelle tasche degli italiani al posto della cara, vecchia lira, sono serviti a qualcosa in termini di risultati sanitari? Oppure la scellerata (per non dire dittatoriale) gestione della pandemia da parte degli ultimi due governi ha creato soltanto sconquasso, dolore e crisi? Inutile girarci attorno. La risposta buona è la seconda. In questo articolo prenderemo in esame alcuni grafici, con dati forniti dal noto sito Ourworldindata, che raccoglie un’immensa serie di dati in tema di covid e non solo. Faremo un’analisi blanda ma contestualizzata, in modo tale da poter esporre quali siano state le dirette conseguenze di scelte criminali come obbligo vaccinale e Green Pass, ma anche odiose come l’obbligo di mascherine e lockdown forzati.
(Continua a leggere dopo il grafico)
La vaccinazione
Come mostrato nel grafico sopra, l’Italia è tra i Paesi più vaccinati d’Europa, ma questo si sa. Le misure coercitive, gli obblighi, l’uso violento del Green Pass e la manipolazione mediatica promossa da giornali e televisioni (lautamente premiati con milioni di euro di fondi pubblici per farlo), hanno fatto sì che l’Italia diventasse il faro in mezzo all’oceano per le case farmaceutiche di tutto il globo. Un altro dato interessante, però, è la quantità di vaccini gestiti per ogni 100 abitanti. Un calcolo che comprende tutte le dosi somministrate, inclusi i cosiddetti “booster”. Ecco, allora, che si può osservare come il Belpaese schizzi in vetta alla classifica dei principali Paesi europei presi in esame. Un dato da tenere bene a mente per il proseguo dell’analisi.
(Continua a leggere dopo il grafico)
Le successive dosi
Il dato succitato va a mediare con il secondo posto ottenuto nella classifica delle prime dosi somministrate. Tra i Paesi presi in analisi, infatti, il primo posto va alla Spagna. La stessa Spagna però si è dimostrata ben lontana dall’ottenere gli stessi numeri in seguito alla prima dose, scivolando al settimo posto della classifica dei richiami iniettati, a fronte di un solitario primo posto tutto italiano. La sfiducia degli spagnoli e le poco stringenti politiche restrittive in terra iberica hanno fatto sì che la campagna vaccinale diventasse, alla fine, un mezzo flop. Proprio in terra spagnola sono state molto osteggiate le misure restrittive più dure come l’utilizzo del Green Pass e l’imposizione di lockdown generalizzati. Fattori che hanno determinato anche un gap economico non indifferente nel settore del turismo rispetto ad un’Italia falcidiata da restrizioni e assurde imposizioni. Altro dato da tenere a mente.
(Continua a leggere dopo il grafico)
I casi covid
Un altro dato utile per il nostro ragionamento è quello dei casi covid confermati. Ebbene, come si può vedere dai numeri cumulativi ufficialmente confermati Olanda, Austria, Francia, Svizzera, Regno Unito e Germania ci hanno battuto alla stragrande. Quanto conta questo in termini sanitari? Poco in realtà. Come ben sappiamo, i numeri dei contagi sono relativi alla quantità di tamponi registrati tramite Sistema Sanitario Nazionale e sono anche facilmente manipolabili, basti pensare ai terroristici titoli di giornale dello scorso dicembre, quando sembra la fine del mondo per il passaggio dei 10mila positivi del 2020 ai 30mila e passa positivi del 2021, senza però menzionare il fatto che negli stessi giorni dell’anno precedente i tamponi erano circa 80mila, mentre nel 2021 ben 800mila. Non proprio quisquilie. E allora perché questo dato torna utile, vi chiederete? Ebbene, perché in termini assoluti, com’è noto, proprio su questa infima statistica i Governi hanno pensato bene di costituire la maggior parte delle misure restrittive. L’Italia è stato il Paese con le limitazioni delle libertà personali più stringenti, pur essendo il settimo in classifica.
(Continua a leggere dopo il grafico)
I decessi
Veniamo ora al dato più importante; il numero di decessi covid. Questo è un fattore molto, molto delicato. Esso viene determinato non solo dal virus in sé, ma da un certo numero di variabili dettate dalle caratteristiche di ogni Paese preso in esame, dalla gestione politica a quella sanitaria, dalla comunicazione ai protocolli di cura. Ecco allora che l’Italia guadagna lo sciagurato trofeo di prima in classifica per decessi. Ma come? Il Paese che più ha subito le assurde imposizioni del Governo Conte prima e dell’autoproclamatosi “dei migliori” poi, quello di Mario Draghi, e che vanta il maggior numero di dosi gestite per ogni 100 abitanti, registra il peggior numero di decessi? Ebbene sì. Che vi aspettavate dalla gestione di un esecutivo in cui si mette Roberto Speranza come ministro della Salute?
(Continua a leggere dopo il grafico)
La gestione politica ha determinato gran parte delle morti
Tra i vari fattori, oltre ad una sanità (pubblica) territoriale a dir poco scadente, alle migliaia di posti letto tagliati negli anni da un’insana politica locale, e ad una più generica pessima gestione commissariale, sicuramente hanno influito in enorme misura il continuo osteggiare ogni tipo di terapia precoce in difesa del solo ed unico, insensato, antiscientifico protocollo “tachipirina e vigile attesa“; l’eterno promuovere il sacro siero come unica via per uscire dalla pandemia, non curandosi delle molteplici ricerche condotte su farmaci potenzialmente efficaci, accantonati perché “non vi sono prove concrete”, come se sui vaccini ce ne fossero state; il perpetuo vessare qualunque medico, primario, dottore, professore, virologo volesse agire in scienza e coscienza, isolandolo e ridicolizzandolo, a volte mandandogli i NAS, portandolo al suicido come il compianto dott. De Donno, prima messo alla gogna e poi riabilitato dalla scienza mondiale. Politici, commissari, giornalisti, media, consulenti e virostar hanno fatto anch’essi la loro parte, determinando una tempesta perfetta che ha fatto sì che l’Italia salisse sul gradino più alto del podio dei decessi, portandola ad essere anche campionessa nel CFR, il Case Fatality Rate, ovvero il rapporto tra casi covid confermati e decessi covid confermati.
(Continua a leggere dopo il grafico)
L’eccesso di mortalità
Eccoci dunque ad uno degli altri punti focali dell’analisi: l’eccesso di mortalità. Indovinate un po’? L’Italia risulta essere la campionessa anche di questa amara statistica. Ma che cos’è l’eccesso di mortalità? È la differenza percentuale tra il numero riportato di decessi settimanali o mensili nel 2020-2022 e il numero previsto di decessi per lo stesso periodo in base agli anni precedenti. Nel caso specifico, il numero segnalato potrebbe non contare tutti i decessi avvenuti a causa di una copertura incompleta e di ritardi nella segnalazione. Dunque, il Paese che ha ricevuto in media più vaccini tra prime dosi e booster, il Paese che più ha subito in Europa compressioni delle libertà, lockdown e misure restrittive di tutti quelli presi in esame, è anche quello che registra, miseramente, il più alto tasso di eccesso di mortalità. Ma non solo, come si può vedere dal grafico successivo siamo campioni anche nella classifica che indica la differenza cumulativa tra il numero riportato di decessi per tutte le cause dal 1° gennaio 2020 e il numero previsto di decessi per lo stesso periodo in base agli anni precedenti. Un totale fallimento politico e sociale.
(Continua a leggere dopo il grafico)
Il caso Svezia
L’analisi potrebbe andare avanti per ore, prendendo anche in esame come e quanto questi dati abbiano influito sul tessuto socio-economico degli altri Paesi posti in studio. È soltanto delle ultime ore, infatti, la notizia della prima sospensione della campagna vaccinale in un Paese europeo. La Svezia, assieme agli altri Stati scandinavi, ha rappresentato l’avanguardia di una gestione pandemica molto blanda, rinunciando quando possibile alle misure restrittive ed ai lockdown, mentre il resto d’Europa si chiudeva in sé stessa, causando la propria autodistruzione. Con che risultati? Andate a guardare i grafici.
(Continua a leggere dopo la foto)
I migliori dei peggiori
Insomma, nella gestione di questi due durissimi anni di pandemenz… ehm… pandemia, siamo risultati essere i migliori dei peggiori. Un po’ come l’autoproclamatosi Governo che, proprio in queste statistiche, ha avuto un ruolo di primaria importanza. Speriamo che qualcuno nei palazzi della magistratura si svegli, perché una gestione tanto fallimentare di uno dei momenti più delicati della storia millenaria di questo Paese, che ha causato morte e distruzione in ogni dove, non può essere lasciata ai classici “tarallucci e vino”. È bene fare luce ed accertare ogni singola causa-effetto, assegnando le dovute responsabilità a chi quelle decisioni le ha prese, in buona o in cattiva fede.
Potrebbe interessarti anche: Gas russo: la mossa di Eni per non rimanere a secco. Il Governo chiarisca