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“Class action contro il governo per i danni da vaccino”. È il primo caso al mondo. I governi occidentali tremano

Pubblicato il 02/05/2023 21:10

È la prima volta che accade. Un precedente importantissimo, dunque, che non possiamo che auspicare venga ripreso da più parti. Sono sinora circa cinquecento coloro che, in Australia, hanno sottoscritto una class action contro il governo ed altri organi istituzionali per la questione dei danni provocati dal vaccino contro il Covid-19, promossa da Natalie Strijland, avvocatessa di Brisbane, che punta anche a un risarcimento per tutte le persone che hanno subito reazioni avverse dopo l’inoculazione. Finora il Programma di risarcimento federale per i danni da Vaccino ha già pagato 7,3 milioni di dollari a 137 persone, ma a fronte di ben 3.501 richieste di risarcimento. Ricordando che l’Australia, particolarmente nel 2021, attuò una fallimentare strategia “Zero Covid”, con prolungatissimi e ripetuti lockdown, occupiamoci ora della class action che è stata depositata mercoledì presso la Corte Federale del Nuovo Galles del Sud, in cui sostanzialmente si accusa il governo federale, la Therapeutic Goods Administration (TGA), il Dipartimento per la Cura della Salute e dell’Anzianità e numerosi funzionari amministrativi di negligenza nell’approvazione e nel monitoraggio dei vaccini Covid-19, di violazione degli obblighi di legge e di abuso di ufficio pubblico. Stando a quanto riferisce l’accusa, gli imputati avrebbero approvato le politiche vaccinali “senza alcuna base probatoria o logica adeguata o ragionevole per determinare ragionevolmente che i vaccini siano sicuri, efficaci e in possesso di un profilo rischio-beneficio positivo”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Una nota di Natalie Strijland, che abbiamo detto essere colei che ha intentato la causa, recita: “L’azione sosterrà che la Therapeutic Goods Administration non ha adempiuto al proprio dovere di regolamentare adeguatamente i vaccini Covid-19, con conseguenti danni e danni considerevoli per gli australiani”. Frattanto, un medico di base australiano, Melissa McCann, ha raccolto con una campagna di crowfunding più di centomila dollari per sostenere l’azione legale. La donna ha stigmatizzato la “manipolazione psicologica” e il “silenzio” delle istituzioni australiane dinanzi ai danneggiati da vaccino, ciò che ancor più li ha fatti sentire “abbandonati”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Nello specifico i ricorrenti sono tre, come leggiamo su L’indipendente, tutti individui danneggiati dal vaccino: Il primo è il 41enne Gareth O’Gradie, che dopo la prima vaccinazione con Pfizer ha sviluppato una grave pericardite, sicché ha dovuto subire un intervento a cuore aperto per rimuovere il sacco pericardico che riveste il cuore; poi, c’è il caso di Antonio Derose, di 66 anni, che ha sviluppato un’encefalomielite, ovvero una infiammazione del cervello e del midollo spinale, in seguito al vaccino AstraZeneca; infine, il quasi omonimo Anthony Rose, di 47 anni, tuttora lamenta gravi disturbi cognitivi e stanchezza cronica in seguito alla vaccinazione Moderna.

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