Si potrebbe dire: vittoria. Sull’emergenza migranti è passata la linea italiana, e la Germania è stata costretta a fare un passo indietro. A Bruxelles i rappresentanti permanenti dei 27 Paesi membri sono riusciti a trovare l’accordo sul regolamento sulle crisi del Patto europeo per la migrazione e l’asilo. Il controverso emendamento sulle Ong voluto dalla Germania e contestato dall’Italia è stato declassato nella sezione dei ‘considerando’, ovvero nella parte che riporta le motivazioni di supporto agli articoli del testo. In sostanza, esce dalla norma. Certo, non del tutto, ma almeno è qualcosa. Il riferimento è alle organizzazioni non governative che possono essere coinvolti in una crisi frutto di strumentalizzazione della migrazione. (Continua a leggere dopo la foto)
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La premier Giorgia Meloni esulta e definisce quell’emendamento un “passo indietro sul tema anche delle Ong”. “È stato ritirato ed è passata la posizione italiana“, rimarca. Anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, rivendica il “successo per l’Italia, frutto di un grande lavoro diplomatico. I nostri partner hanno compreso le nostre istanze”. Anche la Germania, che teneva bloccato il regolamento, si dice soddisfatta, tanto che il cancelliere Olaf Scholz a proposito del regolamento dice che “è una buona notizia” e “una svolta storica“, perché “la riforma limiterà efficacemente la migrazione irregolare in Europa e fornirà un sollievo duraturo a stati come la Germania”. Ma cosa prevede questo nuovo regolamento europeo sula migrazione e l’asilo? (Continua a leggere dopo la foto)
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Cosa prevede il regolamento europeo su migrazione e asilo
Il nuovo regolamento sulle crisi del Patto europeo per la migrazione e l’asilo prevede che in caso di necessità gli Stati membri possano essere autorizzati ad applicare norme specifiche e semplificate sulla procedura di asilo e di rimpatrio. Come spiega Il Tempo, tra queste “una registrazione delle domande di protezione internazionale più rapida, entro 4 settimane dalla loro presentazione, con il fine di alleggerire il peso sulle sovraccariche amministrazioni nazionali. Infine, viene introdotto un meccanismo di solidarietà ai paesi che affrontano una situazione di crisi, che possono richiedere contributi sotto varie forme: come ricollocamenti dei richiedenti asilo o beneficiari di protezione internazionale, o come compensazioni di responsabilità, vale a dire che altri stati si assumerebbero la responsabilità di esaminare le richieste di asilo con l’obiettivo di alleviare lo Stato in situazione di crisi, oppure come contributi finanziari o misure alternative di sostegno”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Incredibilmente, la stampa tedesca ha poi elogiato l’Italia per questo successo. Berlino “è andata a sbattere contro il granito” di Roma scrive il Frankfurter Allgemeine Zeitung. L’esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d’Italia (FdI) è riuscito a far passare una riforma del Ceas con il meccanismo per la gestione delle crisi migratorie che si applica anche quando le operazioni di salvataggio dei profughi, condotte dalle organizzazioni non governative nel Mar Mediterraneo, “promuovono ondate di migranti”. Il governo tedesco finanzia tali interventi e intendeva sottrarre le attività delle Ong all’applicazione delle norme anticrisi del Ceas. Tuttavia, diversi Stati dell’Ue, “felici che in Italia sia al potere Meloni” e non l’ex cancelliera tedesca Angela Merkel, “hanno sostenuto Roma”.
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