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Vaccini a mRna, tutti i dubbi dei loro creatori. Cosa dicevano e scrivevano prima di vincere il Nobel

Pubblicato il 04/10/2023 11:25 - Aggiornato il 05/10/2023 08:20
Karikó Weissman dubbi mRna

Qualcuno lo ha definito il premio Nobel della vergogna, e non a torto. Parliamo dell’ultima assegnazione per la Medicina. Come è ormai noto, infatti, il prestigiosissimo premio dell’Accademia svedese è stato conferito ai padri della tecnologia a mRna, quella utilizzata per il cosiddetto vaccino contro il Covid. Farmaco che, in realtà, ha fatto tutto fuorché impedire il contagio, prevenirlo o curare la malattia. Anzi, non passa giorno in cui non emergano nuovi studi sugli effetti avversi e mortali. Il bello, però, è che coloro che hanno messo a punto questa tecnologia erano molto più cauti di chi ha poi trasformato questi presunti vaccini in dogma. Come ricostruisce Alessandro Rico su LaVerità, infatti, se guardiamo indietro, troviamo che gli attuali premi Nobel avevano più dubbi di chi ha imposto le punture. La biochimica Katalin Karikó ammetteva che essi potessero accelerare lo sviluppo del cancro e che alcuni effetti collaterali sarebbero potuti emergere tardivamente. Cosa che, infatti, si sta verificando ormai su larga scala. E cosa dire del collega immunologo Drew Weissman? Lui elencava una lunga lista di potenziali effetti avversi e invitava a prendere “ragionevoli precauzioni”. Ma non è tutto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Karikó Weissman dubbi mRna

Eppure stampa, virostar e affini hanno subito utilizzato l’assegnazione del Nobel ai pionieri della tecnologia a mRna per colpire i cosiddetti no vax, i giornalisti che fanno inchieste e controinformazione, riniziando con la tiritera su “bufalari” e “spargitori di fake news”. Katalin Karikó e Drew Weissman, però, avevano i loro dubbi. Weissman, ad esempio, in un articolo del gennaio 2018 su Nature, riproposto da Rico, a proposito dei vaccini a mRna scriveva: “Recenti studi sull’uomo hanno dimostrato reazioni moderate e, in rari casi, gravi, al sito di iniezione, o reazioni sistemiche”. Tra i possibili “problemi di sicurezza”, l’immunologo americano indicava “l’infiammazione locale e sistemica, la biodistribuzione e la persistenza dell’immunogene espresso, la stimolazione degli anticorpi autoreattivi e i potenziali effetti tossici di eventuali nucleotidi non nativi e componenti del sistema di rilascio”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Karikó Weissman dubbi mRna

Karikó e Weissman, i loro dubbi sull’mRna

Si parlava già del pericolo di coagulazione del sangue e della formazione patologica di-trombi. Weissman, inoltre, sottolineava che “la sicurezza” delle piattaforme a mRna avrebbe avuto “bisogno di una valutazione continua”. Invece? Della farmacovigilanza, almeno nel nostro Paese, guai a parlarne. C’era il timore che emergesse la verità. Anche Karikó aveva i suoi dubbi e le sue preoccupazioni. In un’intervista rilasciata a Die Welt lo scorso gennaio aveva offerto parecchi spunti di riflessione. Riferendo che, ad esempio, a causa della puntura a mRna le infezione dormienti avrebbero potuto “erompere in persone con un sistema immunitario già indebolito”. Inoltre, alla domanda sulle miocarditi fatali, la madrina dei vaccini aveva risposto: “Può accadere che, in un numero molto elevato di persone vaccinate, alcuni effetti collaterali diventino visibili solo dopo un certo periodo di tempo. Ciò vale in particolare per i booster”. Valeva la pena farlo sapere.

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