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Reddito di cittadinanza, revocati i primi assegni: ecco chi lo perderà subito (e perché)

Pubblicato il 27/01/2023 12:01

Prime brutte sorprese per i percettori del reddito di cittadinanza, misura messa da tempo nel mirino dagli esponenti del governo Meloni. Sono infatti già saltati i primi assegni, iniziando un percorso che, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe portare gradualmente alla definitiva abolizione del sussidio, prevista al momento per il 2024. Il 20 gennaioè stato siglato, sulla base delle nuove direttive, il Protocollo operativo che permette un controllo automatico mensile. Ora Inps e Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria dovranno vigilare su chi non ne ha più diritto, sospendendo il reddito di cittadinanza già dal mese di gennaio 2023. La verifica mensile verrà effettuata prima di far partire l’assegno e qualora il richiedente non rientri più tra i potenziali beneficiari, l’Inps si preoccuperà di disporre la revoca immediata. I primi controlli riguarderanno i casi di omessa dichiarazione. (Continua a leggere dopo la foto)
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Reddito di cittadinanza: chi lo perde da subito

Come spiegato dal Messaggero, ecco i casi per i quali è prevista la revoca dell’assegno: se non si effettua la dichiarazione di immediata disponibilità al lavoro, se non si sottoscrive il Patto per il lavoro, se non si partecipa (in assenza di motivo giustificato) alle iniziative di carattere formativo o di riqualificazione e se non si aderisce ai progetti utili per la collettività qualora il Comune di residenza li abbia istituiti. (Continua a leggere dopo la foto)

E ancora. se non si accetta almeno una di tre offerte di lavoro congrue o, in caso di rinnovo, non si accetta la prima offerta di lavoro congrua. La perdita del reddito scatterà anche in caso non si comunichi la variazione del reddito occupazionale o si facciano comunicazioni mendaci, oppure qualora non si presenti una DSU aggiornata in caso di variazione del nucleo famigliare. (Continua a leggere dopo la foto)

reddito chi lo perde

Ovviamente il reddito decadrà anche per chi, di fronte a un controllo, sarà scoperto intento a svolgere attività di lavoro dipendente o autonomo o di impresa senza averlo correttamente comunicato. Tra le novità principali che riguardano l’assegno c’è che non sarà più erogato per 8 mesi ma per 7. Dal 1 gennaio, inoltre, l’erogazione per i giovani tra i 18 e i 29 anni sarà vincolata al percorso nella scuola dell’obbligo. Chi non le ha terminate, dunque, dovrà per forza tornare a studiare per chiedere il reddito di cittadinanza.

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