L’Italia delle contraddizioni torna in campo: sembra che il sottosegretario alla salute Pierpaolo Sileri faccia da consulente ad un finanziere tunisino, il quale avrebbe molti interessi nella sanità. Una vera e propria bomba quella sganciata da L’Espresso sul fido collaboratore di Speranza: farebbe parte del Comitato Scientifico della Svizzera “Gksd Investment”, società di proprietà del vicepresidente del gruppo San Donato, il polo che controlla, tra gli altri, il San Raffaele di Milano. Colto in castagna, Sileri si difende: “è successo a mia insaputa”. Ad ogni modo ieri pomeriggio il suo curriculum era ancora sul sito della holding.
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I rapporti di Sileri con la Gskd Investement
Che Pierpaolo Sileri avesse parecchio materiale da elargire al pubblico in tema di consigli, opinioni e filessioni, lo avevamo capito tutti. Il sottosegretario alla Salute, appena fuoriuscito dai Cinque Stelle per seguire Luigi Di Maio, ci ha abituato alla sua presenza costante sulle tv nazionali, sciorinando sentenze sul covid, sulle misure da adottare e sull’andamento della pandemia, facendo spesso dei veri e propri scivoloni mediatici. Evidentemente il suo prezioso bagaglio di conoscenze deve essere apprezzato anche all’estero, tanto da indurlo a far parte del Comitato Scientifico di Gksd Investment Holding con base a Lugano, una società di partecipazioni di proprietà del finanziere tunisino Kamel Ghribi. Corteggiato dalle istituzioni italiane, Ghribi è inoltre il vicepresidente del gruppo San Donato, uno dei più grandi gruppi di ospedali privati italiani, con un centro diagnostico e diciannove ospedali situati in Lombardia e due in Emilia-Romagna a Bologna. La holding Gksd di Ghribi negli ultimi due anni ha lanciato in Italia diverse iniziative, tra cui costruzioni, consulenza aziendale, gestione di parcheggi.
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Un incarico che “scotta”
Ma è lecito che un sottosegretario alla Salute possa supportare col suo sapere scientifico e col suo prestigio politico, un finanziere tunisino con interessi nella sanità? La risposta è no. Pertanto, incalzato su Ghribi, Sileri risponde che i rapporti «sono nulli», salvo poi ricordarsi di averlo conosciuto ad un convegno due anni fa, per poi rivederlo ad un evento nel mese di aprile, ricevendo da Gksd una email un paio di mesi fa con la proposta di entrare in un non meglio comitato scientifico. Sileri racconta di esserne rimasto lusingato e di aver offerto la sua disponibilità per la fine della legislatura. Peccato che sul sito il buon sottosegretario alla salute figuri già nello staff.
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Sileri si smarca
«È successo a mia insaputa». Queste le parole del chirurgo dopo che L’Espresso ha appurato che, martedì pomeriggio, sul sito della holding luganese alla voce “advisory board”, comparivano le sue foto ed il suo curriculum vitae. Sileri sostiene che per un atto di fede nei confronti della medicina, i comitati scientifici non si possono rifiutare, portando l’esempio del comitato scientifico dell’associazione europea di «chirurgia colon rettale». Peccato che qui non si parli né di colon né di retto, ma di una holding svizzera che ha il solo scopo di fare soldi. Nonostante i rapporti con Ghribi fossero «nulli», nel giro di un’ora, subito dopo la telefonata dell’Espresso, Sileri s’è fatto cancellare dal sito di Gksd dov’era in posa assieme ai più referenziati primari e professori del San Raffaele.
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Rapporti precedenti col gruppo
Nonostante le sue dichiarazioni, Sileri risulta essere tutt’altro che estraneo al gruppo Gksd, visto che da tempo intrattiene strette relazioni proprio con il San Raffaele, grazie all’incarico di professore associato nell’Università Vita e Salute che dipende dall’ospedale. Nonostante la nomina, finora, il sottosegretario non ha praticamente mai insegnato, visto che il concorso pubblico bandito nel 2016, come precisa il chirurgo, si è svolto solo nel 2019, quindi tre anni dopo, proprio mentre era già senatore dei Cinque Stelle e presidente della commissione Sanità.
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