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“Se l’Italia richiude per Covid”. Il “giornalone” semina paura: il retroscena. Cosa succede

Pubblicato il 29/06/2022 11:07

Ricciardi che fa terrorismo sull’ondata di morti. Ciccozzi che dice di imporre subito le mascherine al chiuso. Qualche altro televirologo che dice di velocizzare con i vaccini dopo il flop della quarta dose. E altri ancora che rievocano il tanto caro (per loro) Green pass. I mass media tornano a tamburo battente a strillare i numeri dei contagi (è finita la sbornia della guerra in Ucraina, ora si deve martellare sul Covid) e tirano la volata alle prossime, immediate restrizioni. Ecco qua che mettendo insieme tutti gli elementi, capiamo bene che si stanno apprestando a imporre nuovi divieti, obblighi e restrizioni. E, peggio ancora, un nuovo lockdown. L’intenzione che sta circolando nei Palazzi, e soprattutto dalle parti di Speranza, è quella di richiudere l’Italia. Proprio nel boom della stagione turistica, dopo che per due anni con le loro folli misure (e non il Covid) hanno ammazzato società ed economia. Come rivela un retroscena de La Stampa, a firma Paolo Russo, “nessuno lo avrà mai ufficialmente proclamato, ma a metà luglio, quando l’ondata anomala estiva del Covid dovrebbe aver raggiunto il suo picco, una bella fetta d’Italia rischia di essere di nuovo in lockdown”. (Continua a leggere dopo la foto)

Il titolo del pazzo è emblematico: “Se l’Italia richiude per Covid”. Spiega Russo: “Perché in isolamento domiciliare si potrebbero ritrovare due milioni di italiani se non di più. Che sommati a quelli in ferie rischiano di mandare in tilt servizi essenziali, come quelli finalizzati alla nostra sicurezza, i trasporti, la protezione civile già sotto stress tra siccità e incendi, la stessa sanità, dove in media tra luglio e agosto metà del personale se ne va in vacanza, mettendo fuori uso un letto su tre. E a ieri già 6.035 erano occupati da pazienti positivi al Covid”. Al momento gli italiani in isolamento domiciliare sono 767mila, ma sarebbero in realtà molti di più, almeno un milione secondo gli esperti del ministero della Salute perché i positivi sommersi sarebbero almeno altrettanti di quelli ufficiali. “Ecco così che si arriva alla stima minima di un milione. Che potrebbero raddoppiare in due settimane”. (Continua a leggere dopo la foto)

Gli esperti si stanno dividendo (come sempre fin dall’inizio della pandemia) in queste ore sul fatto se sia sensato o meno mantenere l’isolamento dei positivi. O perlomeno di quelli asintomatici. Spiega Russo: “Nel partito nel No alla cancellazione dell’obbligo si sono iscritti esperti del peso di Franco Locatelli (presidente del Consiglio superiore di sanità), Walter Ricciardi (consigliere di Speranza) e Guido Forni (immunologo dell’Accademia dei Lincei). Nel partito del sì all’abrogazione della quarantena figurano nomi di altrettanto spicco, quali il direttore della Prevenzione alla Salute, Gianni Rezzi, l’infettivologo del San Martino di Genova, Matteo Bassetti, il direttore dello Spallanzani, Francesco Vaia”. (Continua a leggere dopo la foto)

A supporto del sì c’è innanzitutto la consapevolezza che il divieto oggi è eluso da centinaia di migliaia di italiani, che non comunicano l’esito del tampone fai da te e che per non essere scoperti se ne vanno tranquillamente in giro al lavoro, al bar o per negozi senza nemmeno indossare la mascherina. Ed è anche per questo che ora si parla di reintrodurre almeno al chiuso l’obbligo della Ffp2. “Riguardo il pericolo di favorire nuove varianti l’obiezione è invece quella che con la circolazione delle persone, favorita dal turismo, è inutile imporre regole che altrove hanno già abrogato da tempo”. Da mesi. Quando tutti erano tornai alla normalità e noi stavamo ancora nelle caverne della ragione. Insomma, Locatelli e Ricciardi pressano, Speranza eseguirà. Come sempre. La quarantena è una follia. Ci liberino da quest’ennesima assurdità e l’Italia proceda nella ripresa, proprio come gli altri Stati. Proprio nel boom del turismo.

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