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Insetti nel cibo, sarà un’invasione. Il report shock. Ecco come difendersi (anche dall’Europa)

Pubblicato il 09/02/2023 09:21 - Aggiornato il 09/02/2023 11:43
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Insetti nel cibo, come difendersi (anche dall’Europa)

Monta sempre di più la polemica per gli insetti nei nostri cibi. Dalla farina di grillo ad altre porcherie, gli italiani ora sono in allarme per quello che sarà il cibo del futuro (e del presente). Il nostro amato Made in Italy, fortuna della nostra economia e della nostra salute, e la dieta mediterranea, fiore all’occhiello dell’alimentazione, non va bene all’Europa e alle multinazionali che ormai decidono tutto: come vestirci, come curarci, come vaccinarci e adesso anche come mangiare. Un business incredibile che è in continuo aumento, complici – come sempre – anche gli appoggi politici che avallano e spingono (in cambio di cosa?) certe scelte. Dal report Nomisma presentato alla nona conferenza economica della Cia-Agricoltori italiani non vengono buone notizie. Nei prossimi 3 anni, infatti, anche contro la nostra volontà, le vendite di pane, sostituti della carne e nutraceutici a base di polvere di insetti crescerà in media anche del 5%. Ma dove li troveremo questi insetti? E come possiamo difenderci? (Continua a leggere dopo la foto)
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Anche questa sarà una battaglia, basti pensare che – come riporta anche Repubblica riprendendo il report – ci sarà progressivo impiego di insetti come ingredienti nei prodotti alimentari, “con una produzione Ue “in crescita di 180 volte” passando dalle 500 tonnellate del 2019 alle 900 del 2025 per poi arrivare a 260 mila tonnellate nel 2030″. Ma come difendere i prodotti della dieta Mediterranea da questo assalto? Un primo punto di partenza, come emerso dall’assemblea della Cia, è quello di premere per una corretta etichettatura sulle confezioni: è infatti necessario specificare che non si possono definire “prodotti tipici”. I cittadini devono essere ben informati qualora queste sostanze dovessero essere inserite nell’alimentazione. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ad oggi, in Europa sono edibili solo cavallette, larve della frine e grilli. Ma nel mondo sono oltre 2 mila gli insetti commestibili. È quindi immaginabile che tutta questa campagna è volta a fare pressioni anche sull’Europa (che poi imporrà il tutto agli Stati membri) per aggiungere altri insetti nei cibi, alimentando quel processo di standardizzazione dei prodotti, minando la nostra cultura della cucina e la nostra cultura della produzione tipica di qualità. Nel report di Nomisma si legge anche che a livello mondiale laboratori e start up sono passate da 13 del 2016 a 117 del 2022. E ancora: la produzione globale di carne in vitro al 2030 potrebbe arrivare a 2,1 milioni di tonnellate. I cittadini ora devono stare attenti alle etichette e tornare a investire nei prodotti locali, nei mercati rionali: fare spesa consapevolmente insomma. Ognuno deve fare la sua parte.

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