
Il germe della malasanità, smaltita l’euforia dell’era Covid, quando si lodava il Sistema sanitario nazionale e si chiamavano eroi medici e infermieri, ha ripreso (in realtà non ha mai smesso) a serpeggiare tra i letti d’ospedale e sulle cronache nazionali. L’ultimo scandalo viene da Tivoli, dove ci sono stati diversi casi di contagio da Epatite C tra i pazienti che sono in cura presso il reparto di Oncologia. “La situazione è sotto controllo”, assicura a Il Tempo la direzione sanitaria dell’Asl Roma 5. I pazienti risultati positivi sono stati immediatamente inviati presso le strutture specializzate per la cura. Il caso era esploso a novembre. Sono partiti i controlli, le indagini e poi sono state attuate tutte le procedure del caso. Quindi dal primo dicembre ad oggi non sono emersi nuovi casi. (Continua a leggere dopo la foto)
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I controlli, però, vanno avanti nell’ospedale di Tivoli perché i sintomi possono manifestarsi anche dopo diversi anni dal contagio, proprio a causa dello sviluppo di una malattia epatica cronica o di altre complicazioni in altri organi (le cosiddette manifestazioni extraepatiche dell’epatite C). Quello di Tivoli, però, non è un caso isolato. E questa è la vera brutta notizia per gli italiani. È infatti orami allarme rosso – anche se i media nazionali non gli danno granché peso perché non ha gli stessi interessi del Covid – per la mortalità causata dalle infezioni ospedaliere. Basti pensare che si parla di circa 50mila decessi l’anno. E i numeri ora sono ulteriormente in crescita. (Continua a leggere dopo la foto)

Stiamo parlando di quasi 50mila morti l’anno per infezioni ospedaliere e nessuno fiata. Invece ci si dovrebbe porre seriamente il problema di ammodernare tutti gli ospedali italiani che sono il paradiso terrestre delle infezioni. Si dovrebbe ampliare l’organico e rinnovare le procedure. Mentre si strombazzava per il Covid, dando anche numeri falsi e falsati alla stampa per terrorizzare in modo interessato le persone, e mentre si spendevano miliardi di euro per vaccini quasi del tutto inutili e poi buttati perché scaduti, nessuno pensava che la vera emergenza, da ormai diversi anni a questa parte, era un’altra. L’Italia conta il 30% di tutte le morti per sepsi nei 28 Paesi Ue. Il dato non viene dato da qualche complottista ma emerge dai Rapporti Osservasalute, l’ultimo pubblicato sul sito apposito è del 2021. (Continua a leggere dopo la foto)

Il tasso di mortalità per infezioni contratte in ospedale è raddoppiato sia per gli uomini che per le donne. L’aumento del fenomeno è stato osservato in tutte le fasce d’età, ma in particolar modo per gli individui dai 75 anni in su. Basta inoltre digitare semplicemente su Google “infezioni ospedaliere” per rendersi conto della portata della tragedia. Un servizio del TgR della Toscana, appena qualche giorno fa, raccontava ad esempio di 7mila pazienti coinvolti solo in Toscana. Il Ministero della Salute stima che in Italia ogni anno si verificano dalle 450.000 alle 700.000 infezioni in persone ricoverate (complessivamente un’infezione correlata all’assistenza si verifica nel 4-7% dei ricoveri). La vera emergenza è questa: serve investire in sanità, ma per davvero. E non pagando il pizzo a Big Pharma.
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