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Vaccini, scadono 400 mila dosi ma Pfizer riesce a salvarle: il “trucchetto” sulla pelle dei pazienti

Pubblicato il 14/04/2022 09:36

Il paradosso è che oggi, di quei vaccini tanto invocati nei giorni più duri della pandemia, non sappiamo più cosa farne. Troppi quelli ancora inutilizzati, rimasti chiusi nei frigoriferi mentre il Covid continua a fare sempre meno paura e il numero di persone che rifiutano la somministrazione, in Italia come nel resto del mondo, è in costante crescita. Addirittura 2,4 miliardi di fialette pagate a peso d’oro dai vari governi e che oggi nessuno vuole. Con un interrogativo al quale nessuno ha ancora trovato una risposta: cosa fare, ora, di quelle dosi?

Secondo i dati dell’agenzia britannica Airfinity, pubblicati dal Financial Times in queste ore, a metà marzo si somministravano in tutto il mondo 104 milioni di dosi di vaccino a settimana. A inizio gennaio erano 212 milioni. Le vendite globali, stime alla mano, non dovrebbero raggiungere quest’anno quota 6 miliardi di dosi, una cifra molto al di sotto di quei 9 miliardi inizialmente previsti dalle aziende farmaceutiche. Un problema non da poco per i colossi di Big Pharma, che infatti continuano a lanciare disperati appelli invocando quarte dosi e promettendo a breve nuovi vaccini, più efficaci.

A pesare, sulle tasche delle aziende farmaceutiche, è anche il caso africano: la campagna vaccinale lì non è mai decollata, anche a causa di un forte scetticismo da parte della popolazione, e così l’Unione africana ha comunicato di non voler esercitare l’opzione su 332 milioni di dosi. C’è poi un altro problema: con un consumo sempre inferiore, il rischio è che i vaccini finiscano per scadere. Un problema al quale Pfizer, per esempio, ha cercato di porre riparo chiedendo e ottenendo all’ente regolatorio della Svizzera l’estensione della scadenza a 12 mesi. In caso contrario, 400 mila fiale sarebbero finite nella spazzatura.

Il prolungamento concesso è stato di tre mesi, con l’Istituto per gli agenti terapeutici Swissmedic che ha spiegato:”L’estensione della durata di stabilità è valida da subito per tutti i lotti attualmente disponibili e per quelli futuri”. A settembre scorso, anche l’Italia aveva stabilito una proroga simile, allungando la validità da marzo a giugno 2022. Possibile che nei prossimi mesi la data di scandenza venga ancora una volta modificata, con altri interrogativi non di poco conto: siamo davvero sicuri che questi farmaci, già in passato nel mirino, restino efficaci e sicuri nel tempo? Il rischio è che, per l’ennesima volta, i pazienti si trovino circondati da un muro di silenzio.

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