Non ci è mai pesato essere bollati come “No vax” o, peggio, come diffusori di fake news. Perché sapevamo che quello era solo un modo per impedirci di continuare a porre interrogativi, dubbi e portare all’attenzione di tutti altre evidenze scientifiche in favore della verità. Adesso, però, le cose stanno cambiando. Lentamente, ma stanno cambiando. E a tre anni dallo scoppio della pandemia, e a due dall’inizio dell’imponente campagna vaccinale, molte delle nostre ragioni stanno venendo affermate anche da altri, anche da chi ci faceva la guerra nelle primissime ore, “giornaloni” in testa. Non ci si può più nascondere dietro a un dito: il boom di morti improvvise e malori improvvisi, soprattutto tra i giovani vaccinati, è un dato di fatto, così come il boom di tumori e altri eventi avversi. Liberi da intenti propagandistici e da interessi, è dunque finalmente possibile, ora, fare un dibattito serio sulla questione vaccinale? Qualcosa si sta muovendo, e lo si intuisce anche da un articolo pubblicato da Repubblica, in cui sostanzialmente si riconosce che quanto detto fino ad ora non era del tutto vero, e che adesso stanno emergendo altre verità. Cosa si legge? (Continua a leggere dopo la foto)
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L’articolo è firmato da Antonio Cassone, membro dell’American Academy of Microbiology, il quale dice: “È d’obbligo raccogliere le evidenze scientifiche e valutare con franchezza se e in quale misura i vaccini che abbiamo e stiamo usando siano stati in grado di controllare la pandemia”. Dopo aver evidenziato tutti gli aspetti a suo parere positivi sui prodotti a mRna codificanti la proteina Spike del virus, cioè quelli usati soprattutto in Europa e Stati Uniti, e dopo aver parlato dei possibili rischi per chi ha deciso di non sottoporsi a vaccinazione, Cassone fa anche il controcanto e mette in fila una serie di argomentazioni che finora il giornale degli Elkann-Agnelli non aveva neppure mai immaginato di pubblicare. “Dato a Cesare quel che è di Cesare, è giusto esaminare un’altra caratteristica del vaccino che è critica per un vero controllo di una pandemia, cioè la capacità di impedire l’infezione, il contagio, la sua trasmissione: in ultima analisi arrestare od almeno mitigare l’espansione del virus”. E cosa dice dunque Cassone? (Continua a leggere dopo la foto)
“Un vaccinato ha praticamente lo stesso rischio di infettarsi del non vaccinato“
“Su questo critico aspetto dobbiamo essere scientificamente onesti e dirci la verità: il vaccino non è stato in grado di impedire l’infezione e la sua trasmissione ad un livello tale e per una durata sufficiente ad avere un effetto sulla diffusione e la conseguente evoluzione del virus”. Per noi sembra una banalità, lo diciamo fin dall’inizio, quando ci domandavamo: ma che vaccino è un vaccino che non blocca né il contagio né la trasmissione? Tuttalpiù è un farmaco che previene la forma grave di Covid. E infatti… Scrive l’esperto: “Da quando, a fine 2021, è arrivata la variante Omicron, la differenza di rischio di infettarsi di un non vaccinato rispetto a un vaccinato è stata progressivamente minore, e oggi con le ultime sottovarianti di Omicron, un vaccinato ha praticamente lo stesso rischio di infettarsi del non vaccinato“. Deo gratias, hanno trovato il coraggio di scriverlo anche loro, finalmente. (Continua a leggere dopo la foto)
In conclusione, Cassone mette nero su bianco altre evidenze. La prima è che “non è raggiungibile una vera immunità di gregge, anche con un tasso vaccinale superiore al 90%”. Poi: “La proteina spike del ceppo che ha originato la pandemia a Wuhan non ha quasi più nulla a che fare con l’analoga proteina delle ultime varianti. Si è trattato di un’inarrestabile progressione che come documentata in un recente paper pubblicato dalla rivista Scientific Reports, è di fatto iniziata dall’estensione della campagna vaccinale“. Anche qui: il premio Nobel Montagnier, preso a pesci in faccia da un intero Sistema allineato, con Bassetti che gli dava del vecchio rincoglionito, lo diceva fin dall’inizio: vaccinare in piena pandemia è sbagliato. E aveva predetto che questi vaccini avrebbero prodotto milioni di varianti incontrollabili. E così è stato. (Continua a leggere dopo la foto)
Infine, altro atto di onestà intellettuale e scientifica: la pietra tombale sui nuovi vaccini bivalenti. Citando un articolo intitolato “A cautionary tale”, pubblicato sul New England Journal of Medicine da Paul Offit, un ricercatore che i vaccini li ha fatti, Cassone parla di “ultimi sconfortanti dati immunologici sui vaccini bivalenti”. La conclusione? “Nessun vantaggio rispetto al vecchio vaccino, bassa immunogenicità anticorpale, preservate ma non aumentate quelle risposte cellulari che ci proteggono dalla malattia grave. E finisce dicendo che è inutile oggi offrire quarte e quinte dosi”. E ora che chiedano scusa gli ortodossi delle restrizioni, del Green pass, i delatori… quelli che festeggiavano per chi sceglieva di non vaccinarsi, assumendosi il rischio, dicendo che non era vero i non vaccinati infettavano e i vaccinati no. E per questo hanno perso diritti, libertà, lavoro, famiglie, dignità.
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