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“Plebaglia?” E Paragone sbotta: così zittisce Prado in diretta. Lo scontro (il VIDEO)

Pubblicato il 16/01/2023 12:27

Uno scontro durissimo a “Non è l’arena”, il programma condotto da Massimo Giletti su La7, nella puntata del 15 gennaio. Protagonisti del duello sul Qatargate sono stati Iuri Maria Prado e Gianluigi Paragone. “In ottica liberale, si sta pregiudizialmente senza sé e senza ma dalla parte dei ladri, degli inquisiti, dei corruttori e dei disonesti non perché piacciano il furto o la corruzione, ma perché tutta questa gente quando sottoposta a giustizia diventa la parte debole, la parte rispetto alla quale l’ordinamento deve apprestare tutele. Non perché forse sono innocenti, ma perché gli indagati sono parte debole”, dice tra le altre cose Prado. “Quando si ha sentore di una giustizia che somiglia parecchio a quella che abbiamo vissuto anche noi, con la plebaglia a far girotondo sotto i balconi delle procure, a chiedere ai magistrati di far sognare il popolo onesto…”. E qui lo blocca Paragone… (Continua a leggere dopo la foto)

“Perché plebaglia?”, chiede Paragone. “Perché chiedere agitando i cappi… La giustizia si fa in silenzio, nelle aule, non sull’onda della piazza che agita la forca. Se devo scegliere da che parte stare scelgo la parte dei cattivi e non dei presunti onesti. Si ha sentore che si tratti di una giustizia così quando si vede una bambina di 22 mesi accompagnata dal nonno a trovare la mamma in carcere, che non è inquisita per reati di sangue”. Il riferimento di Prado è Eva Kaili, ex vicepresidente dell’Europarlamento. “Benvenuto nel mondo reale – ribatte Paragone -, sa quante donne sono in carcere?”. (Continua a leggere dopo il video)

“Sono stati trovati che stavano scappando con centinaia di migliaia di soldi eh”, aggiunge Giletti. “Io alla fine non ho neanche voglia di essere preso in giro con ricostruzioni fantasiose dove nessuno c’entra nulla – conclude Paragone -. Oh Signore, mi sono ritrovato dentro il divano una montagna di soldi! La gente diventa plebaglia perché si arrabbia, perché oggi fanno fatica a tirare alla fine del mese”, conclude.

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