Vai al contenuto

“Danneggiate le indagini”. Sprechi del Covid. “Ecco come hanno fatto deragliare l’inchiesta”

Pubblicato il 08/02/2023 10:54

Gli italiani potrebbero non sapere mai quanti medici, infermieri e semplici cittadini si sono ammalti di Covid a causa dell’utilizzo di mascherine non a norma. Questa l’accusa lanciata dalla testata Today ai protagonisti di quella stagione disgraziata, segnata da obblighi e diritti calpestati, oltre che dallo scandalo delle protezioni per il viso importate dalla Cina e pagate a peso d’oro. Totalmente prive di certificazioni, in alcuni casi addirittura palesemente false, le mascherine erano state scoperte dopo la segnalazione del funzionario dell’ufficio antifrode dell’Agenzia delle dogane Miguel Martina, 61 anni, il primo ad accorgersi del colossale traffico. Un giro d’affari da milioni di euro venuto improvvisamente alla luce: peccato, però, che pochi mesi dopo (maggio 2020) l’agenzia allora diretta dal supermanager Marcello Minenna avrebbe bloccato tutti gli accessi informatici utili alle indagini. (Continua a leggere dopo la foto)
>>> “Mascherine e contagi, ecco la verità”: uno studio ci spiega (finalmente) come stanno davvero le cose

indagini danneggiate mascherine covid

Addirittura, come spiegato da Today, lo stesso Martina sarebbe stato sottoposto a procedimento disciplinare e, su indicazione di Minenna, denunciato alla Procura per accesso abusivo alle banche dati istituzionali. Il funzionario rischiava 8 anni di carcere, il Tribunale di Roma ha per fortuna accolto la richiesta di archiviazione proprio in questi giorni. durante il processo, però, sono emersi nuovi dettagli. (Continua a leggere dopo la foto)

Nel provvedimento che ha di fatto cestinato l’inchiesta dell’Agenzia delle dogane sul proprio investigatore, il procuratore aggiunto Antonello Racanelli e la pm Antonia Giammaria hanno scritto: “Nessuna censura di rilevanza penale può essere mossa all’indagato: al contrario emerge un danno nei suoi confronti, se non altro dal punto di vista lavorativo, essendo stato privato di tutti gli accessi ai sistemi informatici dell’agenzia e quindi impossibilitato a svolgere qualsiasi incarico operativo”. (Continua a leggere dopo la foto)

Riepilogando, Martina si era accorto di un traffico illecito di mascherine false e aveva iniziato a indagare, salvo poi essere denunciato e allontanato dal lavoro sulla base di accuse che si sarebbero poi rivelate false. E pensare che soltanto qualche mese prima era stato premiato con una lettera di encomio per aver fatto arrestare due faccendieri che avevano tentato di corromperlo. Da valido 007 a funzionario infedele da allontanare il prima possibile, nel giro di pochissimo tempo. Pur di affossare un’indagine che, evidentemente, andava fermata a tutti i costi.

Ti potrebbe interessare anche: “Mascherine e contagi, ecco la verità”: uno studio ci spiega (finalmente) come stanno davvero le cose

Hai scelto di non accettare i cookie

Tuttavia, la pubblicità mirata è un modo per sostenere il lavoro della nostra redazione, che si impegna a fornirvi ogni giorno informazioni di qualità. Accettando i cookie, sarai in grado di accedere ai contenuti e alle funzioni gratuite offerte dal nostro sito.

oppure