Mentre montava la protesta degli italiani per le tante restrizioni che si susseguivano una dopo l’altra, Draghi e Speranza avevano sottolineato la natura “straordinaria” del Green pass, assicurando a più riprese che lo strumento sarebbe andato subito in pensione non appena risolta l’emergenza Covid. Parole evidentemente di circostanza, visto che i vertici Ue e l’Oms (Organizzazione mondiale per la sanità) si sono incontrati nei giorni scorsi proprio per ragionare sull’estensione della certificazione verde, che potrebbe finire per condizionare la nostra vita non solo sul fronte sanitario. Come spiegato da Claudio Antonelli sulle pagine della Verità, infatti, è chiaro da tempo come l’obiettivo di Bruxelles sia quello di trasformare i cittadini in identità digitali e i governi in piattaforme. Con le nuove tecnologie pronte a fornire il supporto necessario a un controllo totale dello stile di vita dei singoli, che saranno obbligati alla cosiddetta “rivoluzione Green”. Cosa ci aspetta? Presto detto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Pochi giorni fa, Ue e Oms hanno sottoscritto il documento “Eu global health strategy“, diviso in vari punti. Scorrendo al capitolo 12, ecco l’Europa impegnarsi a rafforzare il coordinamento delle mappature dei ruoli e delle responsabilità politiche “al fine di avviare linee guida su due aree chiave”. La prima è (citata dal testo stesso) “perseguire la neutralità climatica globale entro il 2050, aumentando la capacità di adattamento e resilienza e riducendo le vulnerabilità ai cambiamenti climatici”. Poco sotto, ecco un altro passaggio emblematico. (Continua a leggere dopo la foto)
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“Dal Green pass sanitario a quello per l’ambiente”. Il piano Ue
“Serve promuovere un’azione globale ambiziosa – si legge ancora – per affrontare la perdita di biodiversità, l’inquinamento dell’acqua, dell’aria e del suolo”. Promuovendo “l’approccio One Health“. Di cosa si tratta? Come spiegato dalla Verità, una filosofia che considera la salute del pianeta alla pari di quella dei singoli. E che, nei timori di molti analisti, potrebbe presto giustificare “vincoli sempre più stringenti per i cittadini in nome di un bene collettivo”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Un po’ quanto accaduto durante la pandemia, insomma, quando le libertà individuali sono state calpestate col pretesto dell’interesse comune. Salvo poi scoprire, con sommo ritardo, come quei gravosi sacrifici non siano in realtà serviti, considerando quanto emerso sui vaccini e la loro reale utilità. I primi esempi di come potrebbe funzionare un “Green pass ambientale” già si intravedono. Per esempio il “carbon printing”, la tracciabilità di quanto le nostre azioni impattino sulle emissioni di C02. La paura di alcuni analisti è che si tratti dei primi passi verso un controllo del nostro stile di vita, sottomesso a una nuova certificazione virtuale.
Questo articolo è stato pubblicato per la prima volta il 7 giugno 2023 e successivamente aggiornato l’ultima volta il 21 giugno 2023
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