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“Ecco da quando lavoravano al vaccino”. Fuga del virus dal laboratorio, il nuovo report choc

Pubblicato il 21/04/2023 15:30 - Aggiornato il 22/04/2023 11:25
fuga virus laboratorio report

Da una parte il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, dall’altra il Partito comunista cinese. In mezzo, il report pubblicato a metà aprile dai senatori repubblicani sulle origini del Covid-19. Un report curato dal dottor Robert Kadlec e presentato dal senatore del Gop, Roger Marshall. Un documento di oltre 300 pagine da cui si desume – come dichiarato dallo stesso senatore – la fuga del virus da un laboratorio. Di più. Scrivono che “molto probabilmente ci sono state due fuoriuscite” dal laboratorio. Vengono dunque evidenziati grossi problemi in materia di biosicurezza dell’Istituto di virologia di Wuhan e un dettaglio inquietante sugli sperimenti sui vaccini. “La prevalenza delle prove circostanziali supporta la tesi dell’incidente non intenzionale correlato alla ricerca”, recita infatti il documento ripreso e analizzato da Stefano Graziosi su La Verità. Ma non è tutto. (Continua a leggere dopo la foto)
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Da giugno ad agosto 2019, la leadership dell’Istituto di virologia di Wuhan ha pubblicato numerosi rapporti in cui esprimeva preoccupazione per le carenze di biosicurezza dovute alla disponibilità limitata di attrezzature e personale addestrato, denuncia il report. Da qui la possibilità che la fuga del virus dal laboratorio sia concreta. Non solo: riferisce anche che, inspiegabilmente e in modo sospetto, a metà settembre 2019, l’Istituto di virologia di Wuhan ha disattivato il proprio database di campioni e sequenze di virus e rafforzò la sicurezza fisica del suo campus”. Nonostante la Cina abbia sempre sostenuto che l’epidemia non iniziò prima di dicembre 2019, questo nuovo report fa scoprire altro. Secondo i senatori repubblicani, infatti, “i modelli epidemiologici e genetici indicano che la probabile prima incidenza di infezioni umane da Sars-Cov-2 si è verificata tra metà ottobre e l’inizio o la metà di novembre 2019”. (Continua a leggere dopo la foto)
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Ma c’è un altro aspetto assai interessante nel report: “Sulla base di annunci pubblici, brevetti sui vaccini, rapporti pubblicati relativi ai vaccini e analisi di questa indagine, almeno due di questi sforzi di sviluppo del vaccino sono iniziati non oltre novembre-dicembre 2019, prima che l’epidemia di Covid-19 fosse ammessa o resa pubblica“. Dunque, l’esercito cinese avrebbe iniziato a sviluppare vaccini contro il Covid già da prima. Il report spiega infatti che lo scienziato militare Zhou Yusen “presentò uno dei primi brevetti di vaccino Covid-19 il 24 febbraio 2020”. Ma oltre a “denunciare” la Cina e la sua condotta poco trasparente, e la fuga del virus dal laboratorio, il dossier può anche essere letto come una critica a Joe Biden. (Continua a leggere dopo la foto)
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Perché il report inguaia sia la Cina che gli Usa

La Casa Bianca, infatti, finora ha tenuto una posizione ambigua sull’origine del Covid e sulla possibile tesi della fuga dal laboratorio di Wuhan. Biden e i dem cercano di non andare allo scontro aperto con Pechino, i repubblicani invece vorrebbero la verità, anche a costo di assumere nei confronti della Cina un atteggiamento più severo. Scrive La Verità: “L’ambasciata cinese a Washington si è non a caso lamentata dell’indagine che stanno conducendo i repubblicani sulle origini della pandemia”.

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