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L’Europa cede al volere di lobby e governi stranieri: ok ai pesticidi cancerogeni

Pubblicato il 04/03/2020 16:06

Conoscete il famoso detto “uscire dalla porta e rientrare dalla finestra”? Ecco, è quanto sta accadendo in Europa con i pesticidi cancerogeni. Ma procediamo con ordine, partendo dalla porta. L’Unione europea negli ultimi anni ha approvato regolamenti e criteri per mettere al bando sostanze cancerogene e interferenti endocrini nei pesticidi. Dunque, così facendo li ha sbattuti fuori. Che succede invece ora? Come rientrano dalla finestra per finire nei nostri piatti? Le pressioni delle imprese e dei governi hanno spinto Bruxelles a indebolire le sue regole: sarà dunque legale importare cibo con residui di sostanze cancerogene vietate in Europa.

Come scrive La Stampa, secondo un nuovo rapporto del Corporate Europe Observatory (CEO), visto in anteprima dalla sua rubrica Tuttogreen, “cibo contaminato da pesticidi cancerogeni può ancora arrivare nei nostri piatti attraverso le importazioni. Proprio in questi giorni, l’UE sta rinnovando l’impegno a stringere accordi commerciali per aumentare gli scambi internazionali nel settore agricolo, con il rischio di aprire il mercato a prodotti alimentari la cui sicurezza è tutta da dimostrare”.

Spiega La Stampa: “Il dossier del CEO, organizzazione con base a Bruxelles che denuncia l’influenza delle lobby nel processo decisionale europeo, ricostruisce la strategia di pressione da parte delle più grandi imprese dell’agrochimica, come Bayer-Monsanto, Basf e Syngenta. Questi colossi – secondo le prove raccolte dai ricercatori, avrebbero spinto per far naufragare la normativa, riuscendoci in parte. Così, mentre la nuova Commissione europea promette che il green deal promuoverà ‘un maggiore livello di ambizione per ridurre significativamente l’uso e il rischio di pesticidi chimici’, in realtà sta aprendo all’industria agrochimica la porta sul retro dei negoziati commerciali in corso”.

“I leader europei continuano a dire che gli standard alimentari non verranno abbassati a causa degli accordi di libero scambio – ha detto Nina Holland, ricercatrice del CEO – Ma questa storia dimostra che tali affermazioni sono false. Se non cambia nulla, residui di pesticidi tossici vietati in Europa saranno ammessi negli alimenti importati”. Com’è stato possibile? Quella descritta dal rapporto è un’opera di vero e proprio assedio alle istituzioni comunitarie, e in particolare delle Direzioni generali salute (SANTE) e commercio (TRADE) della Commissione europea.

Quale può essere l’effetto di questa riduzione delle protezioni sanitarie e fitosanitarie? Non è dato sapere. “Né il nostro paese, né la Commissione europea, hanno fatto stime preliminari di impatto ambientale o socio-economico degli accordi commerciali. Sappiamo però dai dati del Trade Manufacturing Monitor che un quarto dei pesticidi usati negli Stati Uniti è vietata in Europa. Un nuovo paper dell’Università di San Paolo, invece, segnala che l’UE ha messo al bando 149 su 504 principi attivi approvati in Brasile. Il pericolo concreto – secondo il CEO – è che entro pochi mesi i consumatori europei si troveranno con regole incapaci di difendere la loro salute e un’ondata di cibo importato senza controlli di sicurezza sugli scaffali dei supermercati. A un prezzo forse così abbordabile da far chiudere un occhio sui rischi sanitari e gli impatti ecologici”.

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