Nel governo del “tutti dentro” non poteva mancare lui. All’inizio in molti avevano detto “assenza di peso” alla lettura dei ministri scelti da Draghi, perché c’era la ferma convinzione che un posto non glielo avrebbe tolto nessuno. Allora si era rimandato tutto alla nomina dei sottosegretari e dei viceministri, un’infornata di 39 persone approvata oggi in Consiglio dei ministri. Ma nemmeno lì è stato possibile leggere il nome di Carlo Cottarelli. Ma alla fine anche per lui, direttore Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani, è arrivato un incarico. Quale? (Continua a leggere in chat)
Cottarelli, ex Commissario per la revisione della spesa ed ex direttore di dipartimento FMI darà il suo contributo per la riforma della Pa. “Ho accettato l’invito del Ministro Brunetta (che ringrazio) a partecipare ai lavori sulla semplificazione burocratica e la riforma della Pubblica Amministrazione. Occorre che ognuno dia il meglio di sé in un momento così difficile per il nostro paese”, ha annunciato su Twitter. (Continua a leggere in chat)
Come commenta Il Tempo, “non sarà un ministero o la poltrona di presidente del Consiglio (è stato premier incaricato….) ma finalmente ha rotto un tabù. Perché l’economista di fama internazionale ha ricoperto diversi incarichi di prestigio ma la politica lo ha sempre sedotto e abbandonato. Chiamato da Enrico Letta come commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica, il suo lavoro passa in cavalleria quando a Palazzo Chigi arriva Matteo Renzi”. (Continua a leggere in chat)
Nel 2018 Mattarella gli affida l’incarico esplorativo per formare il nuovo governo dopo il crollo gialloverde, tentativo fallito. Poi con l’arrivo di Mario Draghi si è tornato a parlare di lui, ma è andata come sappiamo. Ora Cottarelli al governo è riuscito a entrarci comunque. Mancava solo lui.
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