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Casa, l’Europa ci dissangua. Ecco gli obblighi di ristrutturazione imposti dall’Ue: scadenze, sanzioni, esenzioni

Pubblicato il 29/03/2023 09:07
Case green obblighi esenzioni

La vergognosa direttiva sulle Case green voluta dall’Europa svela di giorno in giorno drammatiche conseguenze per l’Italia. Abbiamo già raccontato del divieto di vendita e affitto degli immobili non a norma e del relativo blocco dei mutui. Ma quali sarebbero gli obblighi di ristrutturazione imposti dall’Ue? E chi potrebbe godere di eventuali esenzioni? Partiamo col dire che una prima stima che è stata effettuata dagli esperti prevede un costo complessivo di efficientamento degli immobili secondo i dettami europei che va dai 30 ai 60mila euro. Soldi che gli italiani non riescono di certo a sborsare, soprattutto in questo drammatico momento di crisi economica. Crisi economica che, per inciso, è stata innescata dall’Europa stessa: prima con la folle gestione della pandemia, ora con la guerra in Ucraina. Il mercato immobiliare, intanto, è in fibrillazione, ma anche quello dei mutui. E ora spieghiamo perché. (Continua a leggere dopo la foto)
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E mentre ci sarebbero cose assai più serie a cui pensare, l’Europa si impunta sulle case green, per dissanguare ancora di più i cittadini italiani che si ritrovano ora così degli immobili invendibili.L a direttiva di Bruxelles sulle Case green, approvata dal Parlamento Ue il 14 marzo, introduce una normativa con obblighi di ristrutturazione di tutti gli edifici che hanno una classe energetica inferiore alla E (ossia F e G) entro la fine del 2030 per poi raggiungere la almeno la classe D entro il 2033. Inutile dire in quale classe si trovino la maggior parte delle case degli italiani. Qualcuno che ha ereditato magari un piccolo immobile dai nonni o dai genitori, si ritrova ora a dover rinunciare a quell’ipotetico introito derivante dalla vendita. Perché? Ora lo vediamo. (Continua a leggere dopo la foto)
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A) Nessuno lo comprerebbe sapendo che poi deve metterci sopra altri 60mila euro di lavori; b) il venditore stesso non ha 60mila euro da investirci sopra per poi rivenderlo; c) le banche non intendono erogare mutui per l’acquisto di immobili già svalutati in partenza per via delle scadenze e degli obblighi Ue. Un disastro praticamente. E le esenzioni? Ora ci arriviamo. Contando che in Italia sono circa 10 milioni gli immobili che rientrano nella classe energetica inferiore alla D, pari a circa il 70% dell’intero patrimonio edilizio, appare evidente come questa sia l’ennesima misura europea contro il nostro Paese. E attenzione: perché l’Ue, nella sua scellerata direttiva delle Case green, prevede anche sanzioni per chi non si dovesse adeguare. Un altro tassello da considerare sono i cosiddetti “obblighi supplementari” per gli edifici di nuova costruzione. Quali sono? (Continua a leggere dopo la foto)
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Chi potrebbe salvarsi dagli obblighi europei sulle case

Gli obblighi supplementari prevedono: “Obbligo, a partire dal 2026, di installare pannelli solari su tutti gli edifici pubblici e commerciali di nuova costruzione con superficie superiori ai 250 metri quadrati; questo obbligo verrà esteso entro il 2027 ai medesimi edifici già esistenti; a partire dal 2029 l’installazione di pannelli solari sarà obbligatoria anche per gli edifici residenziali di nuova costruzione”. È tutto? Macché. Nella direttiva Case green, oltre agli obblighi già citati, c’è anche lo stop all’installazione di caldaie a gas che, almeno nelle intenzioni iniziali, dovranno essere bandite a partire dal 2029. Anche qui si procederà per fasi a cominciare dal 2024, quando dovrebbero essere aboliti gli incentivi per acquistarle. (Continua a leggere dopo la foto)

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Ultima nota: le esenzioni. Chi è che potrebbe salvarsi da questa tragedia europea degli obblighi di ristrutturazione? Le abitazioni unifamiliari con superfici al di sotto dei 50 metri quadrati; gli edifici adibiti a seconde case che vengono utilizzati meno di quattro 4 l’anno; gli edifici nei centri storici; gli edifici protetti dai Beni culturali. Insomma: via da questa Europa, subito! L’Italexit è una priorità per salvare il nostro Paese.

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